Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato 17 persone e denunciate 92 su tutto il territorio nazionale, per i reati di pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico.
L’indagine, di portata internazionale, è iniziata nel 2013 dalla collaborazione tra la Polizia Tedesca – BKA ed il Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, coordinata dal Servizio Polizia Postale e dal pool “reati sessuali” della Procura di Roma.
L’operazione ha permesso di recuperare decine di migliaia di file divulgati, da utenti italiani e stranieri, su circuiti telematici di file sharing, anche attraverso il Deep Web. Nel corso delle perquisizioni sequestrati computer, smartphone, tablet e diversi hard disk protetti da un sistema sofisticato di crittografia.
La maggior parte dei video e delle immagini trovati sono particolarmente efferati e scabrosi, raffiguranti bambini in tenera età abusati, umiliati e talvolta seviziati. I responsabili, tutti uomini tra i 25 e i 75 anni, di diversa estrazione sociale, tra cui vari professionisti, nonché un maestro di scuola elementare, sono finiti in carcere.
Arresti e denunce hanno interessato soggetti residenti in tutta Italia, dal Piemonte alla Calabria, dal Friuli alla Sardegna, anche se più della metà di quelli finiti nella rete della Polizia risiedeva in 5 regioni: Lazio, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia.
Il maestro elementare pugliese, che si giustifica con i poliziotti dicendo che il materiale gli serviva “a scopo didattico” e poi, rivolto alla moglie: “te lo avevo detto di togliere Internet“. L’arrestato nelle Marche che non avvisa i famigliari e questi ultimi, preoccupati, allertano vigili del fuoco e ambulanze. Il figlio che collega con un lungo cavo il proprio pc con quello del padre, in un’altra abitazione, con il genitore ignaro di tutto che si vede piombare in casa gli agenti; e perfino un comò con doppiofondo: non mancano gli aspetti singolari, nell’approfondire le vicende delle 17 persone arrestate e delle 92 denunciate al termine dell’operazione ‘Aygor’ della Polizia di Stato.
In Liguria i poliziotti si sono recati presso l’abitazione da sottoporre a perquisizione e hanno effettuato le verifiche sul computer in uso ad un uomo, che si dimostrava del tutto ignaro della vicenda. Non trovando materiale pertinente, gli agenti si sono accorti della presenza di un cavo di rete che, attraversando il cortile, arrivava nella palazzina adiacente, dove abitava il figlio. La perquisizione, estesa all’abitazione del giovane, ha dato esito positivo. Sono stati sequestrati, fra l’altro, circa 600 supporti di memoria esterna.
C’era anche chi, come una delle persone arrestate in Sicilia nel blitz della Polizia, aveva raccolto centinaia di file pedo-pornografici in una sola cartella, denominata con poca fantasia ‘Little’.
In provincia di Milano è stato arrestato un ex venditore ambulante, in carcere negli anni scorsi per gli stessi reati. Nel corso della perquisizione gli agenti hanno scoperto che l’uomo aveva ricavato sotto il comò un doppiofondo, all’interno del quale teneva nascosto il pc ‘incriminato’ insieme a due casse.
“L’operazione di oggi è la dimostrazione del costante lavoro profuso dalle istituzioni per dare ai giovani un web sempre più sicuro” dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano dopo essersi complimentato con il capo della Polizia Alessandro Pansa. “La lotta alla pedofilia e più in generale contro i maltrattamenti a bambini e ragazzi è uno dei temi di massimo impegno – aggiunge il garante dell’Infanzia Vincenzo Spadafora – E’ intollerabile il solo pensiero di una violenza a un minorenne. Oltre all’azione investigativa, occorre però lavorare su media, cultura, educazione sentimentale e sessuale”.