Ormai il sexy-shop è diventata un’attività come un’altra. Non è più il luogo del peccato, che attirava giudizi negativi e commenti di ogni tipo verso chi gestiva l’attività e chi ne diveniva cliente. Inoltre il settore sembra non risentire particolarmente della crisi, anzi! Potremmo dire che la redditività resta medio alta, così come ampia è l’offerta dei prodotti tra cui scegliere.
Tra oggettistica, abbigliamento, accessori, dvd, coadiuvanti, profilattici e calzature ci si può sbizzarrire in ogni modo offrendo ai potenziali clienti prodotti sexy, e talvolta (illegalmente) anche farmaci.
Questo è accaduto in un sexy shop, nella zona collinare di Napoli, dove si vendevano farmaci privi di certificazione. La scoperta è stata fatta dai militari dell’Arma dei carabinieri, che hanno operato insieme al personale dell’unità operativa farmacologica dell’Asl Na1, ed hanno denunciato così il titolare per esercizio abusivo della professione di farmacista.
Gli investigatori hanno ispezionato i locali dell’esercizio commerciale, trovando una vetrina contenente numerosi prodotti farmaceutici, alcuni dei quali disponibili nelle farmacie, previa apposita prescrizione medica, altri completamente privi di certificazione dell’Aifa, quindi potenzialmente pericolosi per la salute.
Il titolare dell’attività è stato doverosamente denunciato per esercizio abusivo della professione di farmacista, e sono state sequestrate un centinaio di confezioni di farmaci, per un valore totale di circa 3mila euro.
Tra i materiali sequestrati dai carabinieri, figurano numerose scatole di farmaci, creme, spray e sostanze da inalare, che curano le disfunzioni erettili e che il titolare del sexy shop vendeva senza autorizzazione. Trovati anche numerosi farmaci anestetici e flaconcini con sostanze la cui commercializzazione sarebbe legale in altri Paesi europei ma non in Italia.
Le indagini dei carabinieri sono state avviate dopo avere appreso della presenza in città di canali illegali di commercializzazione di questo tipo, ovvero di sostanze la cui vendita non è consentita oppure è disciplinata dall’agenzia Italia del farmaco.