Una delle creme spalmabili più famose del mondo: la Nutella, sta facendo parlare molto di se negli ultimi giorni. Ad aprire il caso è il primo ministro dell’ecologia francese Ségolène Royal, che martedì 16 Giugno, intervistata in diretta televisiva al Grand Journal di Canal +, ha invitato tutti i francesi a non consumare più il prodotto affermando che: «Dobbiamo ripiantare un sacco di alberi, perché c’è una massiccia deforestazione che porta anche al riscaldamento globale. Per esempio, dobbiamo smettere di mangiare la Nutella, perché è fatta con l’olio di palma”, la Ferrero ha subito replicato alle accuse affermando di utilizzare solo olio di palma certificato sostenibile e ricorda di aver preso “numerosi impegni per quanto riguarda l’approvvigionamento di olio di palma” sostiene di essere, infatti, impegnato, “a sostenere la creazione di filiere sostenibili” ed assicura inoltre che per le piantagioni di palme da olio “non sono state sacrificate foreste né altri spazi di alto valore di conservazione”. Sono intervenuti nella polemica durata appena 24 ore, conclusasi con le scuse, twittate dal ministro francese: “Mille scuse per la polemica, sono favorevole a valorizzare il progresso”, oltre alle più grandi testate giornalistiche anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “Ségolène Royal sconcertante: lasci stare i prodotti italiani. Stasera per cena pane e Nutella”.
Già a febbraio la Ferrero aveva detto che I suoi prodotti sono fatti solo di olio di palma dichiarato sostenibile dalla Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO). Il problema è che l’olio di palma è usato, sempre in maggiori quantità, in alimenti, cosmetici e biocombustibili perché recuperabile a basso costo ed è per questo che le multinazionali hanno bisogno di piantagioni situate in aree dove sono attualmente presenti foreste tropicali, dove vivono specie di animali e di piante in via di estinzione. Greenpeace ha, però, difeso la Ferrero affermando che «Il boicottaggio indiscriminato della Nutella non serve assolutamente a nulla», poiché danneggerebbe «una delle aziende più progressiste sul fronte della tutela dei consumatori».
Ma che mondo sarebbe senza Nutella?
Sarebbero stati sessantanove anni senza uno dei prodotti più amati dalla popolazione, adulti e bambini, forse, meno obesi, che di contro non avrebbero mai provata la soddisfazione di spalmare la Nutella su una fetta di pane, assaporando il piacere di quella che è un’iniezione di grassi e felicità. Un mondo un po’ meno dolce, ma forse più salubre e meno unto.