Fino al 2007 era tacito e puntuale compito della sigla del “Festivalbar” annunciare l’arrivo dell’estate.
Era semplice scoprire quali sarebbero stati i tormentoni musicali che lidi e jukebox si apprestavano a proporre a ripetizione: bastava seguire quella manifestazione canora tanto ed annotare titoli delle canzoni e rispettivi interpreti che avrebbero cavalcato il palco itinerante lungo le principali città italiane. Dal Nord al Sud, passando per il centro, il Festivalbar approdava ovunque ed era sempre atteso ed accolto da un plebiscito di giovani.
Forse, questa è la prima estate in cui, più o meno consapevolmente, “gioiamo” del fatto che il Festivalbar è solo un malinconico e nostalgico ricordo, perché sarebbe stata la prima edizione animata dalla consapevolezza che Pino Daniele su quel palco non ci sarebbe mai più salito.
Proprio lui che per diverse edizioni ha saputo conquistare un ruolo da grande protagonista nell’ambito di quell’autentica, amata e protratta “festa della musica”.
Le estati di “Che male c’è” e “Bambina” e di “Amore senza fine”, hanno saputo consegnarci romanticismo, spensieratezza, voglia di sognare e, soprattutto, hanno saputo insegnarci a non accantonare le emozioni di spessore con il sopraggiungere dell’autunno, al ritmo di “Resta.. resta cu ‘mme”.
Melodie, note, parole che volteggiano negli abissi dell’eternità, alle quali sono legati emozioni e ricordi che non sanno sbiadire.
Manca Pino. Nelle piccole e nelle grandi circostanze. A dispetto del susseguirsi delle stagioni e dell’incalzare di nuovi fenomeni musicali.
Il patrimonio artistico e sentimentale che ci ha lasciato in dono non passerà mai di moda, se non fosse anche solo per il fatto che le sue canzoni sono state tra le più uniche che rare eccezioni capaci di “cavalcare l’onda estiva” senza rimanerne sopraffatte per proiettarsi verso la ben più edificante dimensione confacente al “pezzo pregiato”, scaltro nell’imporre la sua valenza musicale ed emotiva, anche quando “gli effetti speciali” peculiari delle creme solari e dei succinti bikini finiscono nel dimenticatoio.
Le estati trascorse ricalcando le hit di Pino Daniele personificano l’essenza più semplice e profonda della sua musica: un’eterna stagione, incapace di invecchiare.