Il tribunale militare di Roma ha condannato a nove mesi di reclusione (pena sospesa) il caporal maggiore capo dell’Esercito Giancarlo Mosca, 38 anni, originario della provincia di Salerno, per una serie di vessazioni e molestie nei confronti di giovani reclute, soprattutto a sfondo sessuale.
L’uomo si sarebbe reso responsabile delle molestie tra il 2008 e il 2010 presso il 235/o Rav di Ascoli Piceno, la caserma dove prestava servizio anche Salvatore Parolisi, (condannato per l’uccisione della moglie).
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, iniziata nel 2012 e coordinata dal procuratore militare di Roma Marco De Paolis, ricordiamo già un coinvolgimento della vicenda di un sottufficiale – Antonio Di Gesù, 38 anni, originario di Nardò (Lecce) – avrebbe molestato sessualmente una giovane caporale, minacciandola di rovinarle ”la carriera e la vita”.
I fatti risalgono al luglio del 2009. Di Gesù, che svolgeva le mansioni di magazziniere della 3/a compagnia, è accusato di aver ”offeso prestigio, onore e dignità” di una giovane caporale, dunque inferiore di grado, minacciandola anche di ”ingiusto danno”.
In particolare il maresciallo avrebbe ordinato alla ragazza di seguirlo in magazzino e, durante il tragitto, le avrebbe chiesto se le sarebbe piaciuto diventare la prima del corso in cambio un rapporto sessuale. Sempre lo stesso giorno, e sempre secondo l’accusa, all’interno del magazzino, “avrebbe molestato la giovane, palpeggiandola mentre scendeva da una scala”.
Di fronte alle rimostranze della giovane, il sottufficiale l’avrebbe minacciata con queste parole: ”Qualsiasi cosa farai, sappi che è la tua parola contro la mia. Non ti permettere di dire nulla a nessuno… Se provi a dire qualcosa, io ti rovino la carriera e la vita”. Il processo a carico di Di Gesù si aprirà il 5 febbraio 2013.
Tra le soldatesse molestate dal Capo dell’Esercito, «in nome di un malinteso esercizio dei poteri-doveri di ammaestramento ed indottrinamento propri dell’istruttore», anche la giovane che è risultata essere l’amante dello stesso Parolisi; Ludovica Perrone.
Il caporal maggiore è stato così condannato per i reati di “violenza contro inferiore continuata” e “minaccia e ingiuria contro inferiore continuate“. Assolto invece per i capi di imputazione di: “violata consegna continuata e aggravata“.
Successivamente alla sentenza, il procuratore militare di Roma, Marco De Paolis, responsabile delle indagini, si riserva di proporre appello contro la pena inflitta, giudicata non iniqua. Il militare è stato condannato – al termine di un lungo processo, nel quale sono stati sentiti decine di testimoni .