Napolislam è di fatto un docufilm, di Ernesto Pagano, che racconta come il messaggio di Allah stia lentamente conquistando Napoli.
Il docufilm sarà presentato in anteprima al Biografilm Festival sabato 13 giugno e uscirà in sala dal 25 giugno, distribuito da I Wonder Pictures.
Il documentario, accosta una città, Napoli, a una religione, l’Islam, che oggi in Occidente suscita spesso paranoia e pregiudizio.
E’ proprio Ernesto Pagano a descriverci la sua opera: “Ho voluto intraprendere un viaggio nelle case dei napoletani convertiti all’Islam, possibilmente senza farmi domande, ma registrando le risposte che il Corano dava alle vite, spesso in crisi, di queste persone. Una crisi sottile, che riguarda tutti noi: il vuoto di valori creato dal consumismo sfrenato, la disoccupazione, l’ingiustizia sociale, il dolore provocato dalla perdita di un caro, l’amore per una persona di un’altra cultura. C’è molta ricerca spirituale nell’Islam dei convertiti che ho conosciuto, ma c’è anche la ricerca di una nuova identità, in grado di dare obiettivi esistenziali che sembrano mancare, persino attraverso un nome nuovo: Muhammad, Yunis, Amina, Zeynab, Abdelkarim, prima erano Francesco, Giovanni, Alessandra, Claudia. Una metamorfosi quasi surreale: mai si penserebbe di incontrare uno spazzino, napoletano da generazioni, che prega in moschea e ha le figlie che indossano il niqab. Lo stesso vale per i discorsi di un parrucchiere per signore, anche lui napoletano, che battaglia con le clienti per dimostrare che la risposta ai problemi di oggi sta racchiusa nell’esempio del Profeta Muhammad e non nel culto di Padre Pio. Ma questo Islam, visto attraverso la lente di Napoli, non appare come un blocco monolitico che annienta l’identità e la cultura di chi lo abbraccia. Religione e cultura dialogano, come le zeppole e le sfogliatelle della pasticceria Lauri, che per il Ramadan si fanno halal. Metafora dell’integrazione in una città in grado di raccontare fenomeni globali, come l’islamizzazione galoppante, con parole sue, con racconti inediti che fanno sorridere e soffrire, storie che ci fanno fermare per un attimo a riflettere”.
“Napolislam – continua Pagano – è stato concepito nel corso di lunghi anni d’osservazione dei nuovi convertiti all’Islam. Un percorso cominciato nel 2007 che mi ha dato la possibilità di stabilire un rapporto di fiducia con i convertiti, altrimenti restii a far entrare una telecamera nelle loro vite private. Il documentario è stato girato tra il 2014 e il 2015, a cavallo degli attentati di Parigi. Un momento più che mai attuale per guardare da vicino chi ha scelto la conversione e avere maggiori elementi per farsi un’idea del perché sempre più occidentali, al di là della jihad, stanno abbracciando il messaggio del Corano. Con i suoi vicoli e i suoi campanili a forma di minareto, Napoli ci ricorda che la sua islamizzazione la sta già vivendo: dipende solo da quale prospettiva guardiamo la città. Trovare dei napoletani veraci con le barbe lunghe o lo hijab produce la sensazione di trovarsi già in una città islamica, a ‘Napolislam’ appunto: avanguardia ipotetica di un’Europa che si sta lentamente islamizzando”.