Vedete là quel vecchio con due occhi loschi e affoscati sotto le folte sopracciglia, tutto coperto di neri cenci che dati in fascio al Saponaro non gli darebbe tre grana di lupini; sudicio, senza cravatta, circondato da ciabattini, da donnicciuole, da lazzaroni e da tutta la marmaglia giocatrice che calcola ogni suo detto ed ogni suo sguardo con la religiosità che l’idolatra ascoltava la Pizia: egli è un indovino, un CABALISTA, un auspice del nostro secolo. ( Giovanni Emanuele Bidera)
L’approccio mentale che i napoletani hanno spesso nei confronti del gioco del lotto sta nel trascendere la totale dipendenza della vincita dalla mera “fortuna” e ricondurla piuttosto ad un rigoroso e numerologico metodo interpretativo delle proprie produzioni oniriche.
Il caso, allora, diventa scienza e la dea smette la benda per indossare le vesti del Cabalista.
Il Cabalista, o Assistito, era colui che suggeriva i numeri da giocare al lotto in cambio di una ricompensa. Svolgeva la sua professione a casa, ma non di rado si recava nei bar o nelle case dei clienti per guadagnare di più.
L’Assistito, per ingannare clienti e i gestori dei locali che gli concedevano lo spazio, faceva credere di avere poteri sovrannaturali. Questo, a volte, portava i clienti a richiedere anche qualcosa di diverso, come tentare di far innamorare qualcuno o guarire da gravi malattie.
Ma quali sono le vere origini del Cabalista?
Se vogliamo cercare una vera origine della Cabala, la troviamo in Pitagora di Samo (588-500 a.C.) e la sua scuola numerologica di Crotone.
Già a i tempi di Pitagora si era finiti per associare ai numeri, un significato trascendente. Per tale motivo, la numerologia pitagorea è madre della Cabala Ebraica.
La Cabala Ebraica nacque all’indomani della Diaspora, anche se cominciò a diffondersi in modo meno occulto, solo a partire dal XII sec. in Francia ed in Spagna.
Essa si basava sull’interpretazione mistica dei testi della Torà, i primi cinque libri della Bibbia.
Il nome Qabbalah in ebraico significa dottrina ricevuta, tradizione.
Ad ogni nome veniva associato un numero ed ad ogni numero un significato metafisico.
Nella tradizione ebraica si dice che nel mondo ci siano solo 36 Cabalisti e che, tramite la Cabala, essi possano operare dei prodigi. Infatti, qualsiasi nome, con il suo suono, può produrre delle vibrazioni nel nostro spirito tali da provocare eventi soprannaturali.
Addirittura, chi conosce il vero nome di Dio, pronunciandolo, può provocare prodigi e miracoli.
Ci sono nomi che provocano vibrazioni buone e nomi che provocano vibrazioni cattive. Il Cabalista può cambiare il nome alle persone, quando questo, sia causa di vibrazioni cattive.
La Cabala dunque, associa ad ogni nome un valore numerico e tale valore numerico ha una valenza ed una vibrazione metafisica.
Sulla scorta di tali informazioni, ereditate nei secoli con le dovute distorsioni del passaparola, a Napoli si è giunti a creare dal nulla un mestiere a dir poco discutibile, che attecchisce e si diffonde, sfruttando la disperazione e la credulità di quella parte del popolo, sempre in attesa di una svolta singolare della sua vita.