Un’annata sciagurata, balorda, conclusasi in un trambusto di emozioni colorate da marcate impronte di delusione, rabbia e rammarico per quello che poteva e doveva essere un obiettivo alla portata della squadra partenopea e che, sul campo, non si è rivelato tale.
Una stagione da dimenticare, una squadra da rifondare, ripartendo, tuttavia e doverosamente, dall’unica nota ragguardevole maturata durante quest’annata: l’eccelso lavoro dello staff medico azzurro.
Già, proprio loro, ancora loro e ancora una volta, si riconfermano “i pezzi più pregiati” griffati “S.S.C.N.”: il team presieduto dal dott. Alfonso De Nicola, il dott. Errico D’Andrea, i massaggiatori Marco Di Lullo, Marco Romano, Raffaele Canonico e Giovanni D’Avino.
A fronte delle 59 gare disputate, lo staff medico del Napoli, anche al termine di questa stagione, si aggiudica il record del minor numero di infortuni, con una media dello 0,32%.
Un dato impressionante, soprattutto in virtù della mole elevata di partite disputate a distanza ravvicinata dal team dell’ormai ex allenatore Benitez e di un calendario che ha imposto ai calciatori di sostenere in media una partita ogni tre giorni.
Un lavoro, quello dello staff medico azzurro, volto al recupero della migliore conduzione fisica nel minor tempo possibile, monitorando perennemente, con occhio vigile ed accorto, i segnali che potessero fungere da potenziali fattori di rischio in chiave infortuni.
Lo staff azzurro ha dimostrato in pieno tutta la sua efficienza, professionalità, competenza e talento nella gestione dell’infortunio di Lorenzo Insigne, ottenendo finanche pubblici e cospicui elogi dal dott. Mariani. Un banco di prova tutt’altro che facile da superare a pieni voti, la rottura del legamento crociato anteriore, eppure il ginocchio dello scugnizzo di Frattamaggiore, oggi, fatica a palesare limiti, paure e controindicazioni peculiari di un ginocchio operato.
Il team diretto dal dott. De Nicola, ad onor del vero, si avvale di tecniche e metodologie altamente peculiari ed innovative, quali: le analisi video per stabilire le cause biomeccaniche dell’infortunio, la “Mirror Therapy” ovvero “la terapia a specchio” nell’ambito della quale, per riacquisire lo schema motorio ottimale, in seguito ad un infortunio, il soggetto infortunato osserva un compagno svolgere il gesto atletico direttamente sul campo, per riacquisirne l’esatta artrocinetica.
Dalla scorsa estate, inoltre, il team azzurro ha intrapreso un nuovo ed assai prestigioso “percorso di studio” in collaborazione con la Temple University di Philadelphia e in particolare con il prof. Antonio Giordano, nell’ambito di un progetto in materia di “Sport Biology” con il primo studio sul DNA dei calciatori.
Fa specie che a conquistare la standing ovation siano “gli uomini delle retrovie”, quelli abituati a sobbarcarsi, a testa bassa, oneri e “lavoro sporco”, “i signori nessuno” del team azzurro, capaci di svolgere gesta straordinarie nella pratica ordinaria delle loro comuni, ma tutt’altro che banali mansioni.
È dalle loro mani che il Napoli deve ripartire.
E il rammarico che aleggia tra la tifoseria non può e non deve incupire il giro di campo dei “nostri” campioni d’Italia.