Sergio Bruni è la voce storicamente più bella di Napoli. Qualcuno diceva che lui rappresentasse la città del sole, del mare e dell’amore. Uomo umile, nato a Villaricca nel 1921 da una famiglia molto povera, Sergio si avvicinò all’arte frequentando una scuola di musica serale, istituita per formare la banda musicale del paese. Imparò così, per caso, a suonare il clarinetto e pur avendo intrapreso l’attività di operaio nel 1938, perseguiva la sua passione dilettando alcuni studenti col suo bel canto. Fu spinto dagli amici nel dopoguerra ad iscriversi ad una scuola di canto e fu allora che iniziò la sua ascesa musicale. In breve tempo vinse un concorso canoro indetto dalla Rai, guadagnando perfino 3000 lire.
Le radio si innamorarono della sua voce e Sergio divenne famoso. La canzone napoletana fece il giro del mondo. L’arte gli appartenne in toto, dal momento che si improvvisò perfino pittore, esponendo a Roma e Milano. L’ex ragazzino semianalfabeta, cantò poesie in dialetto napoletano, arrivando negli anni a fondare un Centro per la canzone napoletana, volto a far apprezzare la tradizione melodica partenopea anche alle nuove generazioni.
Sergio cantò l’amore col calore che solo un napoletano può possedere. Lasciò le scene nel 1995. Sergio Bruni è “La voce di Napoli”, come lo stesso Eduardo De Filippo aveva detto di lui, dedicandogli una poesia. Primato della canzone napoletana, l’arte di Bruni non è stata mai dimenticata. ‘O sole mio’ cantata dal re della canzone partenopea, ancora riecheggia tra i vicoli della città. L’uomo e l’artista sono infatti, memoria della bellezza canora della nostra città