Pulcinella è la maschera tradizionalmente e quasi automaticamente associata a Napoli nell’immaginario di tutto il mondo.
Simbolo indiscusso di napoletanità, con il suo vestito bianco fermato da un cinturone nero e la celebre maschera che gli copre il viso per metà, ha origini incerte: pare che questa maschera sia stata inventata dall’ attore Silvio Fiorillo, nei primi anni del Seicento, ispirandosi ad un contadino di Acerra, Paoluccio della Cierra, detto anche Puccio d’Aniello.
Nel corso dei secoli tantissimi attori ne hanno vestito i panni, Eduardo De Filippo e Troisi sono probabilmente i più celebri, ma uno dei più apprezzati è certamente Antonio Petito.
Attore del teatro ottocentesco napoletano, Antonio Petito si potrebbe definire un figlio d’arte: ricevette il battesimo teatrale dal padre Salvatore che gli consegnò la celebre maschera di Pulcinella nel corso di una rappresentazione teatrale al Teatro San Carlino di Napoli.
Da allora in avanti Antonio Petito fu eccezionale interprete teatrale grazie alla sua parlata con forti connotazioni linguistiche e la sua incredibile mimica che gli permise di riprodurre fedelmente la buffa e caratteristica camminata di Pulcinella.
Pur essendo spettacoli destinati essenzialmente al popolo, la bravura di Petito non passò inosservata “ai piani alti”, sia tra i nobili napoletani dell’epoca che nella tournée teatrale fiorentina dell’attore napoletano.
L’estro di Petito si esprimeva anche nella drammaturgia, nonostante egli fosse quasi analfabeta. I suoi validissimi testi teatrali, che l’attore amava definire “semplici canovacci”, furono tuttavia rivalutati solo molto tempo dopo la sua morte con Raffaele Viviani: egli rilanciò Petito autore nel 1941 mettendo in scena So’muorto e m’hanno fatto turna a nascere, con il titolo “Siamo Tutti fratelli”.
Petito morì la sera del 24 marzo 1876, dietro le quinte del Teatro San Carlino che tanto aveva amato. Ciò che invece non si è mai spento è l’interesse per la sua figura, come dimostra lo sceneggiato del 1982 realizzato da Gennaro Magliulo per la RAI e con il celebre attore Mario Scarpetta nei panni di Antonio Petito.
Ulteriore prova dell’apprezzamento di Petito autore anche nei tempi moderni sono le sue opere continuamente messe in scena nei teatri di Napoli, di cui le ultime in ordine di tempo sono state: “Pascariello surdato congedato” della compagnia Naviganti Inversi allo Ztn (Zona Teatro Naviganti) a marzo scorso e “Le statue movibili” al Piccolo Bellini ad aprile scorso, con lo spettacolo riadattato da Lello Serao.
Documenti originali, costumi e foto di Petito sono esposti al Museo di Pulcinella, del Folklore e della Civiltà Contadina, sito al primo piano del castello baronale di Acerra.
Qui si possono apprendere le teorie sull’origine del personaggio di Pulcinella, oltre alle notizie su tutti gli attori che nei secoli lo hanno impersonato.
E’ stato giustamente dedicato un vero e proprio museo alla maschera più celebre di Napoli che con il suo carattere burlone, spontaneo, a volte esagerato, ma sempre innamorato, ci ha resi famosi nel mondo.