Trionfo per il regista napoletano Paolo Sorrentino alla 68/a edizione del Festival di Cannes.
Youth- La Giovinezza ha ricevuto un’accoglienza contrastata alla Proiezione per la Stampa avvenuta la mattina del 20 Maggio, tra applausi e qualche fischio, per poi concludere con entusiasmo e consensi da parte del pubblico,in serata, al termine della Proiezione Ufficiale.
“Sintomaticamente un film che divide così profondamente è sempre un film importante” spiega Sorrentino alla Stampa, sollevato ed ottimista al seguito della presentazione.
Ed è quello che probabilmente succede quando l’opera in questione risente del peso dell’Oscar, ricevuto due anni fa per La Grande Bellezza come Migliore Film Straniero.
Film che tra l’altro uscì senza riconoscimenti al Festival De Cannes.
Il tema trattato in Youth è “Il tempo, l’unico soggetto possibile.” “ Il tempo che passa. Quello che abbiamo alle spalle e quello che ci resta da vivere.” ,come ha riportato il regista in un’intervista.
E naturalmente l’amore. Non l’amore puro, che a causa del pudore non riesce a trasportare su schermo, ma l’amore tra amici, l’amore tra un genitore e un figlio, l’amore che c’è in un ricordo, sublimandolo in tal modo.
Ed è così che Sorrentino da’ vita ad un film che si rivela “molto personale”.
Lo fa attraverso un cast monumentale: i protagonisti Michael Caine (82 anni) e Harvey Keitel (76), cui si affianca Jane Fonda (77) e i più giovani Rachel Weisz (45) e Paul Dano (30).
Il film è ambientato presso il Schatzalp Hotel di Davos –coincidenza vuole che sia lo stesso in cui Thomas Mann scrisse “La montagna incantata”- in cui vi albergano Fred Ballinger (Caine), un esimio compositore e direttore d’orchestra in pensione e Mick Boyle (Keitel) ,l’amico di una vita, regista cinematografico alle prese con il suo ultimo film destinato a diventare il suo testamento spirituale.
I due ,circondati da paesaggi elvetici, ammirano le vite dei propri figli e dei personaggi pittoreschi (di Felliniana impronta) presenti nell’albergo, scoprendosi a riflettere sull’immediato futuro.
“È il futuro che mi interessa, il futuro come spazio di libertà, una condizione dell’esistenza che non ha a che fare con l’età anagrafica”.
A poche ore dalla cerimonia di Premiazione per la Palma d’Oro non ci resta che fare il tifo per uno degli esponenti sicuramente più meritevoli e di maggior spessore del Cinema Italiano presenti al Festival, incrociamo le dita.