“Chiedo scusa a tutti per il mio gesto, non volevo uccidere nessuno, volevo solo intimidire”: questo è quanto dichiarato durante l’interrogatorio svoltosi lo scorso 21 maggio, presso il carcere di Campobasso, da Marco Castiello, l’ex guardia giurata di 76 anni, che nella notte tra lo scorso 18 e 19 maggio ha sparato con un fucile da caccia, dal balcone della sua abitazione, contro alcuni degli inquilini del palazzo in cui viveva, presso Afragola, ferendone lievemente otto. All’origine del gesto, una delle frequenti liti condominiali, nelle quali l’anziano era molto spesso coinvolto; un cancello rimasto aperto tanto a lungo da scatenare l’incontrollabile reazione dell’uomo.
Parole, quelle pronunciate da Castiello, che hanno probabilmente convinto il gip Maria Libera Rinaldi, la quale, accogliendo la richiesta dell’avvocato dell’imputato, ha disposto la condanna agli arresti domiciliari, che il 76enne sconterà presso l’abitazione di una delle figlie, a Campobasso. La stessa casa, dove aveva trovato rifugio, quando quella notte Castiello aveva tentato la fuga, conscio della follia dell’azione appena commessa.
Il trionfo che emerge dalle dichiarazioni dell’avvocato del 76enne, Ennio Cerio, non manca di giustificare quello che resta, tuttavia, un inspiegabile gesto, ad opera dell’ex guardia giurata: ”Siamo molto soddisfatti, perché il giudice non si è fatto condizionare dal clamore mediato sollevato dalla vicenda. Castiello ha ricostruito minuziosamente i fatti ed è emersa la sua intenzione di sparare solo per intimidire. Lo ha fatto con un fucile che deteneva da anni e avrebbe potuto uccidere perché sa sparare benissimo. Ma non voleva neanche ferire nessuno. E’ molto dispiaciuto” e continua: ”Si tratta di dissapori che duravano da molti anni. Castiello ha una moglie gravemente malata e un figlio disabile. Una situazione difficile, dunque, ma lui è una persona onesta, ha chiesto scusa e si pente per quello che ha fatto”.
Le parole dell’avvocato Cerio non convincono tuttavia i vicini, finiti nel mirino di Castiello, i quali rinunceranno volentieri all’incombente presenza dell’ex guardia giurata nel condominio. Emblematiche le parole di una dei feriti dal 76enne, che porta su di sé i segni dell’insano gesto dell’uomo: ”Siamo scioccati e non penso che dimenticheremo mai quanto successo. Lui ha sempre tenuto da ridire, anche per un nonnulla e quando ieri ha ricominciato non pensavo certo che arrivasse a spararci addosso”.
Un episodio che riporta alla mente la strage ad opera di Giulio Murolo, l’infermiere incensurato, che lo scorso 15 maggio ha ucciso, sparando con un fucile dal balcone della sua abitazione, quattro persone, ferendone altre due. Gesti insani forse scaturiti da raptus, forse conseguenza di un odio accumulato nel più totale silenzio della solitudine. Che sia un cancello rimasto aperto o i fili del bucato, la fatale follia, che erompe da simili situazioni, non risparmia nessuno e trascina con sé chiunque tenti di ostacolarla.