Una storia da romanzo americano, quella che ha coinvolto il piccolo centro di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Gli omicidi di due prostitute, a distanza di quattro anni l’uno dall’altro, che, dopo un lungo e impegnativo periodo di indagini, hanno portato all’arresto di un artigiano nocerino.
La vicenda prende avvio il 14 febbraio 2010, quando il corpo senza vita di Santina Rizzo, una prostituta di 63 anni, è ritrovato nella sua abitazione, a San Valentino Torio (SA). La donna è stata strangolata con delle corde da tappezziere e seviziata con un paio di forbici. Le indagini, che seguono l’omicidio, portano all’arresto del presunto ultimo cliente della vittima, il falegname Mario Della Monica. Quest’ultimo, assolto il 30 dicembre 2011 dalla Corte di Assise di Salerno, è condannato a 4 anni nel 2013, da sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Salerno e annullata nel dicembre 2014 dalla Corte di Cassazione, che dispone che il processo venga nuovamente celebrato.
Nel frattempo, il 30 maggio 2014, viene ritrovato, presso Nocera Superiore,il cadavere di una seconda anziana prostituta. Si tratta di Maria Ambra, di 74 anni, uccisa nella sua abitazione; la donna presenta la cassa toracica frantumata e nella sua bocca è conficcato un piede del letto. Sul volto della vittima, diversi segni di violenza, tra i quali l’impronta di una scarpa, che si rivelerà un elemento decisivo per le indagini, svolte dalla Sezione Operativa dei Carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, supportati dal Ris di Roma, impegnato negli indispensabili accertamenti scientifici.
A seguito del secondo omicidio, è operata una comparazione dei profili genetici dei probabili assassini, rinvenuti in entrambe le scene del crimine. Il minuzioso lavoro, operato dal Ris di Roma, porta all’individuazione di 70 potenziali killer, che erano entrati in contatto con le vittime, nell’ultimo periodo della loro esistenza. Tra questi emerge la figura di Nobile Izzo, tappezziere incensurato di 52 anni, fermato lo scorso 18 maggio dai Carabinieri del reparto territoriale di Nocera, guidato dal maggiore Enrico Calandro. A incastrare l’uomo, che non ha mai avuto contatti telefonici con le due vittime, le tracce che ha lasciato di sé su entrambe le scene del crimine: le corde da tappezziere, di cui si è servito per strangolare Santina Rizzo e l’impronta della suola della sua scarpa, lasciata sulla guancia di Maria Ambra; elementi rinvenuti anche presso l’abitazione del 52enne, durante le perquisizioni operate dai Carabinieri. Un ulteriore elemento a carico di Izzo sono le celle telefoniche, che segnalano la presenza dell’uomo su entrambe le scene del delitto, al momento degli omicidi.
Nel corso dell’interrogatorio l’uomo ha confessato di aver intrattenuto rapporti sessuali con entrambe le vittime, dichiarando di essersi addormentato e di aver trovato i corpi senza vita delle donne, solo dopo essersi svegliato.
Nei confronti di Izzo, ora condotto in carcere, è stata disposta una perizia psichiatrica. L’uomo, separato dalla moglie, non sembrerebbe legato a episodi di maltrattamenti in famiglia.
Due crimini efferati, che portano alla luce le difficili condizioni in cui versano donne, spesso costrette a una vita ignobile e mortificante.