Passa il tempo e cambiano i protagonisti ma non le abitudini, le cattive abitudini. Tutte le campagne elettorali degli ultimi anni hanno un denominatore comune: l’attachinaggio selvaggio e il manifesto abusivo.
La tutela dell’ambiente urbano non è un concetto astratto, ne tanto meno diverso da quello del territorio nelle aree non urbane: i luoghi dove vivono milioni di persone tutti i giorni, non sono i boschi e i parchi naturali, ma le città.
Il mantenimento della pulizia e del decoro dei centri urbani è un argomento di discussione poco affrontato ma decisamente importante, esattamente come quello della raccolta differenziata, della mobilità urbana e dell’inquinamento, a cui si dà il giusto rilievo.
I periodi di campagna elettorale sono, in materia di decoro urbano, quelli più bui.
I manifesti abusivi, di cui tutti fanno larghissimo uso, sono il peggiore esempio di come le città non dovrebbero essere, di come non si protegge l’ambiente urbano, uno scempio continuo che tuttavia non è mai materia di campagna elettorale: eppure come si può legittimare una candidatura politica a sindaco di qualcuno che fa campagna elettorale esponendo la sua faccia dove non dovrebbe? Come può essere credibile chi rivendica nella sua candidatura una novità rispetto al passato, quando i comportamenti sui muri delle città sono identici nei secoli dei secoli?
Anche per le prossime elezioni la “tradizione” si è rinnovata ed ecco che in città sono apparsi sui manifesti elettorali anche quelli della Polizia Locale, che come per ogni tornata, è costretta a fare il giro della città per affiggere i propri manifesti, quelli con la scritta “MANIFESTO AFFISSO ABUSIVAMENTE“.
Non si tratta di un caso né di un partito in particolare, sono quasi tutti colpevoli della stessa infrazione. Quelli che continuano a fare le cose in regola si possono contare sulle dita di una mano.
Sperare che i candidati facciano le cose in regola poi, risulta ancora più difficile quando alle spalle c’è il Racket sui manifesti abusivi.
L’affaire attacchinaggio elettorale, negli ultimi anni è diventata una vera e propria guerra. Non è difficile vedere individui che ingaggiano furiose liti, spesso sfociate in sparatorie, come quella di pochi giorni fa a Salerno, per contendersi gli spazi dove attaccare i manifesti elettorali. Le elezioni, i manifesti, l’accaparrarsi lo spazio per avere visibilità, sono diventati per il decoro urbano, una piaga incurabile.
Ma sembra che qualcosa si stia muovendo.
Per queste ultime elezioni, il Comune di Napoli scende in campo contro i manifesti elettorali e pubblicitari abusivi, chiedendo la collaborazione dei cittadini.
Il Comune di Napoli, attraverso l’assessore al Lavoro e alle Attività produttive Enrico Panini, ha lanciato l’hashtag #manifestiabusivi per segnalare l’attacchinaggio selvaggio:
“A partire da oggi – ha dichiarato l’assessore Enrico Panini – sono state attivate alcune semplici modalità per segnalare alle autorità competenti i manifesti abusivi”.
In particolare, sono stati avviati cinque canali di comunicazione col cittadino che vuole scendere in campo contro selvaggi e profittatori:
1) l’email [email protected] a cui inviare segnalazioni e foto;
2) l’account Twitter @comunenapoli a cui è possibile far pervenire foto ed indirizzo del manifesto abusivo utilizzando l’hashtag #manifestiabusivi;
3) la pagina Facebook ufficiale Segnalazione Manifesti Abusivi – Comune di Napoli su cui è possibile effettuare segnalazioni lasciando un post;
4) il modulo online presente in questa pagina;
5) i numeri di fax del Comune di Napoli 081/7959001 o 081/7959003.
Le segnalazioni inviate saranno inoltrate al Servizio Polizia Municipale del Comune di Napoli per le sanzioni e a Napoli Servizi, per le rimozioni e saranno gestite in ordine temporale.