Un episodio in cui il dramma della morte e il miracolo della vita si legano indissolubilmente, il più assoluto silenzio del lutto infranto dal primo, grande grido di speranza esploso alla nascita.
E’ accaduto a Piacenza, dove, alle prime luci dell’alba dello scorso 17 maggio, Martina Livelli, una giovane donna di 23 anni, è deceduta per arresto cardiaco, all’ottavo mese di gravidanza. Immediato l’intervento del 118, messo in allarme da una chiamata ricevuta intorno alle 06.30 del mattino, non appena la ragazza era stata trovata distesa sul letto, priva di conoscenza. Constatata la gravità della situazione, i medici del 118 hanno tentato invano di rianimare la donna, procedendo poi ad una folle corsa contro il tempo, verso l’Ospedale piacentino Guglielmo da Saliceto. ”All’arrivo del 118 al pronto soccorso, erano già presenti nella sala delle urgenze il medico rianimatore per la madre, il ginecologo e il pediatra per il bambino” ha dichiarato il direttore del pronto soccorso di Piacenza Andrea Magnacavallo.
Decisi a salvare il bambino, i medici hanno praticato un cesareo d’urgenza, portando alla luce il piccolo, mentre Martina si spegneva per sempre. Gravi le condizioni del neonato, inevitabilmente segnato dalle terribili circostanze che ne hanno sollecitato la nascita. Battezzato, per volere dei parenti, con il nome di Elia tra le braccia di Don Angelo Cavanna, il bimbo è stato trasferito d’urgenza presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale, dell’Ospedale di Pavia. Tutti osservano inermi la lotta contro la morte, che il piccolo Elia sta combattendo.
La famiglia di Martina ha autorizzato l’espianto di alcuni tessuti, per la donazione. Nelle prossime ore verrà effettuata l’autopsia sul corpo della donna, volta a chiarirne le cause del decesso.