L’Unione Europea, con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007, ha indetto per il giorno 17 maggio di ogni anno la Giornata internazionale contro l’omofobia, ovvero contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basata sull’orientamento sessuale.
La giornata di oggi, è dunque volta alla sensibilizzazione riguardo questo argomento. Questa data è stata scelta per un motivo ben preciso: Nel 1990 in questo giorno, è stata rimossa l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
La lotta contro l’omofobia e la transfobia però, anche nei giorni nostri, è continua e ardua, un po’ per la mentalità chiusa di alcune persone, un po’ per le credenze religiose e un po’ anche per stupidità, sta di fatto che alcune persone non accettano socialmente gay, lesbiche o transessuali.
Questo giorno è dunque dedicato a loro, ed ogni evento organizzato in merito serve per sensibilizzare tutte le persone incuranti del fatto che la discriminazione sessuale è una vera e propria forma di razzismo, non a caso le persone con orientamenti sessuali “non standard” subiscono ogni giorno soprusi, violenze fisiche e psicologiche.
In realtà esistono tante teorie di genere – come ha spiegato in un intervista a ‘La Repubblica’ la sociologa Chiara Saraceno – Il concetto di genere è stato sviluppato dalle femministe americane per sottolineare come i ruoli sociali attribuiti all’uno o all’altro sesso siano costruzioni sociali. In parole povere: non discende dalla conformazione del corpo il fatto che l’uomo lavori in modo remunerato e la donna stia in casa, o che gli uomini guadagnino più delle donne, o che gli uomini si occupino di politica e le donne meno, così come non discende dalla conformazione del corpo il fatto che le donne siano per natura più passive, dolci, e gli uomini più aggressivi e così via: sono tutti costrutti sociali. Il corpo è importante, la conformazione del corpo è anche qualcosa che va riflettuta, pensata, elaborata, insomma non ignoriamo come siamo fatti, ma da questo non discendono né caratteristiche psicologiche né comportamenti sociali.
Persiste inoltre il timore che l’eterosessualità non sia poi così sicura, così garantita – continua la sociologa – Temere che le persone omosessuali possano esprimere il proprio orientamento liberamente, facendo anche famiglia se vogliono in modo altrettanto legittimo e riconosciuto delle persone eterosessuali, significa, per chi teme gay e lesbiche, ritenere che l’eterosessualità sia molto meno forte di quanto non vorrebbero farci credere. Un’altra paura è quella di diventare omosessuali, mentre invece l’orientamento sessuale è qualcosa di ascritto alla propria personalità, insomma non si può cambiare dall’oggi al domani.
Queste sono solo alcune delle ragioni che si oppongono quotidianamente al riconoscimento dei diritti delle persone gay e lesbiche.
“Non so quanto ci sia di ascritto o acquisito nell’eterosessualità e nell’omosessualità, è una cosa che si impara: siamo psicologicamente e fisicamente addestrati a riconoscere il nostro desiderio sessuale.” Conclude la sociologa.