Al II Policlinico di Napoli si torna a parlare della stretta connessione tra tutela dell’ambiente come condizione imprescindibile per salvaguardare la salute delle persone.
L’iniziativa è a cura dei ragazzi del SISM (Segretariato italiano Studenti in Medicina ) dell’università Federico II che, attraverso la testimonianza dei relatori intervenuti alla conferenza, sviluppa l’argomento in maniera interessante e coinvolgente.
Gianluca Fevola, Rocco Perotta e Annachiara Ruggeri, gli incaricati locali del SISM di Napoli, aprono il tavolo di confronto presentando il tema dell’incontro: l’ ambiente in cui viviamo declinato nelle definizioni che si possono trovare sui libri di biologia, chimica o giurisprudenza per poi arrivare all’ambiente tangibile e concreto che riguarda da vicino i cittadini di Napoli e della Campania, con il nome poco rassicurante di Terra dei fuochi.
I ragazzi del SISM hanno scelto di parlare di un tema così scottante attraverso la voce e la testimonianza concreta offerta da Maura Messina, artista e scrittrice di Villaricca, e Vincenzo Tosti, referente del Comitato Terra dei fuochi, impegnato attivamente sul territorio campano da più di dieci anni; insieme a loro, il prezioso contributo tecnico, scientifico e umano della dottoressa Amalia De Renzo, ematologa del II Policlinico e del dottor Giuseppe Iovane, consulente dell’ordine dei medici per la medicina non convenzionale.
La dottoressa De Renzo ha parlato del notevole aumento di numero di nuovi casi di cancro in Campania, soprattutto leucemie e linfomi, rimarcando il fatto che l’inquinamento ambientale da diossina e da metalli pesanti è sicuramente una concausa importante nello sviluppo di patologie oncologiche. “I geni portano il fucile, ma l’ambiente schiaccia il grilletto”, ha sottolineato la De Renzo, spiegando come il cancro sia sicuramente una patologia multifattoriale ma, mentre in passato l’incidenza maggiore era nella fascia di età più alta, negli ultimi dieci anni e nel caso specifico della Campania sono sempre più frequenti i casi di cancro che colpiscono i bambini e i giovani.
Questo è proprio il caso di Maura Messina, che la dottoressa De Renzo ha seguito da vicino: nel 2012 a Maura è stato diagnosticato un linfoma e ha scelto di curarsi nella sua terra, proprio al II Policlinico.
Sembra purtroppo una storia come tante se ne ascoltano tutti i giorni, ma la differenza sta proprio nel modo di raccontarla.
Maura nel suo coinvolgente intervento racconta che ha sempre amato esprimere la sua creatività dipingendo ma, a causa delle cure a cui doveva sottoporsi per sconfiggere il linfoma e che non le permettevano di usare più i colori ha iniziato a mettere nero su bianco i suoi pensieri al ritorno da ogni seduta di chemioterapia.
Il tutto però in modo assolutamente non convenzionale: da qui è nato il libro “Diario di una kemionauta”. Un modo particolare e particolarmente colorato e positivo per raccontare il percorso di Maura nella malattia e nella guarigione.
La straordinaria forza e il contagioso sorriso di questa giovane donna sono state le prime caratteristiche che hanno colpito al primo incontro con lei anche l’altro relatore, Vincenzo Tosti.
Il signor Tosti, dopo la visione di un interessante documentario sulla Terra dei fuochi ad opera del giornalista Pino Ciociola proposto da Maura all’attenzione dei presenti, ha portato la sua esperienza e il suo impegno nell’ambito del Comitato della Terra dei fuochi.
In particolare, ha invitato i ragazzi presenti ad interrogarsi criticamente sui nodi critici del problema:
Ha ormai senso parlare di “triangolo della morte” , cioè del territorio compreso tra Acerra, Nola e Marigliano? E’ evidente che ormai l’inquinamento a causa dei rifiuti industriali non è più circoscritto, ma esistono discariche abusive anche in zone considerate oasi, come la provincia di Benevento.
La terra dei fuochi esiste da quando è scoppiato il caso mediatico in seguito alla manifestazione di piazza che ha coinvolto più di 50 000 persone a Napoli nel novembre 2012?
Chiaramente no, il signor Tosti e i suoi colleghi fin dal 1995 cercavano di denunciare la situazione filmando lo stato in cui versavano le campagne di Afragola, Casalnuovo e Acerra, deturpate dai roghi di rifiuti industriali, con i contadini “gentilmente invitati” a tacere rispetto alla situazione da parte delle forze dell’ordine.
La camorra che si è infiltrata nel business dello smaltimento illegale dei rifiuti è quindi solo la punta dell’iceberg del problema.
Hanno credibilità i dati e le statistiche diffusi dall’ Istituto superiore di Sanità circa l’incidenza i tumori in Campania?
Gli ultimi studi parlano addirittura di una riduzione dell’incidenza e della mortalità per patologie oncologiche nel nostro territorio.
Questi risultati vanno interpretati criticamente per cercare di capire come e su quali criteri vengono calcolati.
Impossibile dimenticare a riguardo l’uscita del ministro della Salute Lorenzin che nel 2013 sosteneva che l’aumento dei casi di cancro in Campania non era correlabile all’inquinamento ambientale ma ad uno scorretto stile di vita.
Come se tutti i casi di bambini che, a pochi mesi dalla nascita, manifestavano tumori del sangue o del sistema nervoso fossero da imputare ad una scorretta alimentazione o all’abitudine di fumare!
Purtroppo, nonostante l’approvazione della legge sulla Terra dei fuochi circa un anno fa – inadeguata e non sufficiente, ma pur sempre una legittimazione e un riconoscimento dell’emergenza in Campania- insabbiare i problemi reali a favore di logiche economiche resta ancora una pratica molto diffusa in Italia.
L’interessante intervento del signor Tosti si conclude con un accorato appello ai ragazzi presenti a formarsi fin da ora una coscienza che sappia distinguere le logiche di mercato “sane” da quelle che non salvaguardano l’ambiente in cui viviamo e che speculano quindi sulla salute delle persone.
La conclusione della conferenza è affidata all’intervento del dottor Iovane che non perde occasione di sottolineare che fin dai tempi del medico Ippocrate, vissuto nel IV secolo prima di Cristo e considerato il padre della medicina moderna, era chiaro che l’organismo umano è un sistema aperto per cui l’ambiente in cui vive ne modifica in maniera sostanziale lo stato di salute.
Resta quindi ancora più difficile da credere come, a maggior ragione con le tecnologie di cui si può disporre più di duemila anni dopo, la salvaguardia dell’ambiente che ci circonda non sia una delle principali priorità di chi dovrebbe governare a favore del benessere di tutti e non dell’interesse personale.