Il tumore al polmone è la prima causa di morte per neoplasia nei Paesi industrializzati. In Italia il numero di nuovi casi per anno si aggira intorno ai 35-40.000/100.000 abitanti. Alla diagnosi, l’età media dei pazienti è di 60 anni. La causa principale, si sa, è il fumo di sigaretta, insieme all’inquinamento atmosferico e l’esposizione ad agenti tossici di origine industriale.
Questi sono i dati presentati dall’IEO (Istituto Europeo di Oncologia), che ha dimostrato, attraverso uno studio, la possibilità di diagnosi precoce del tumore al polmone attraverso un tipo specifico di analisi del sangue che indichi la presenza di molecole Micro RNA (marker tumorali). Questo perchè il cancro porterebbe ad alterazioni di questi frammenti di materiale genetico presenti nei liquidi biologici.
La ricerca è stata effettuata da un team dell’IEO che ha analizzato la loro presenza nel sangue di 1.115 forti fumatori o ex fumatori.
Sottolinea, in ogni caso, il professor Lorenzo Spiaggiare: ” L’unico esame per la diagnosi precoce del tumore polmonare in grado di ridurre la mortalità rimane la tac a basse dosi. Tuttavia uno screening su larga scala con questo tipo di TAC sarebbe molto costoso e nessun sistema sanitario potrebbe permetterselo. Oggi eseguiamo 10mila tac per trovare 100 tumori. Con il miRNA per trovare lo stesso numero di cancri ne eseguiremo 3.108.”
Insomma, è in corso una vera e propria svolta: “finisce l’era della tac e nasce quella dei marker biologici”.