Da sabato prossimo sarà disponibile in farmacia e tutte le donne maggiorenni che ne faranno richieste potranno acquistare Ellaone, la cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo, senza alcun obbligo di prescrizione medica.
L’AIFA (Azienda Italiana del Farmaco) ha recepito una direttiva del suo equivalente europeo (l’EMEA), dopo non poche discussioni che hanno portato il ministro della Salute Lorenzin a chiedere il parere dell’Istituto Superiore di Sanità.
Al termine delle discussioni, che si inserivano in un più ampio dibattito a livello di Parlamento italiano ed europeo sulla libertà decisionale della donna in merito ai suoi diritti sessuali e riproduttivi, nella Gazzetta Ufficiale si legge che l’unico limite alla libera vendita di Ellaone sia la maggiore età.
Come era prevedibile, la decisione dell’AIFA ha diviso in due l’opinione pubblica: da una parte ci sono coloro che acclamano il passo in avanti verso il pieno diritto di autodeterminazione della donna che può così decidere in autonomia se avere una gravidanza o meno senza essere ostacolata da medici obiettori; dall’altra i medici che trovano inammissibile la somministrazione di una bomba di progestinici come Ellaone senza alcuna visita e prescrizione medica.
Il nodo cruciale del problema, però, non è solo l’obiezione di coscienza da parte dei medici.
E’ vero che spesso esistono medici obiettori non solo all’interruzione volontaria di gravidanza, ma anche alla contraccezione di emergenza e le donne che intendevano assumere una pillola come l’attuale Ellaone erano costrette a girare anche diversi studi medici prima di avere la prescrizione.
E’ altrettanto vero che la pillola dei cinque giorni dopo, a base di Ulipristal acetato che è un derivato progestinico di sintesi, a differenza del suo predecessore Levonorgestrel, è sicuramente meglio tollerato dall’organismo della donna e garantisce un’efficacia più alta e più duratura.
Infatti, mentre la cosiddetta pillola del giorno dopo era capace di impedire l’impianto dell’ovulo fecondato se assunta entro 24 ore dal rapporto a rischio di gravidanza, Ellaone garantisce un’efficacia anticoncezionale elevatissima entro le 120 ore dal rapporto non protetto grazie ad un diverso meccanismo d’azione.
Tuttavia permettere la vendita di un farmaco del genere con effetti collaterali importanti quasi alla stregua di un farmaco da banco è quantomeno rischioso per la salute della donna.
Anche facendo affidamento sulla piena collaborazione dei farmacisti che controllino la effettiva maggiore età della donna che lo richiede, basterà tutto questo a far capire alle donne che Ellaone è un presidio di emergenza e che non va assunta con leggerezza o in episodi ravvicinati nel tempo ogni volta che si teme una gravidanza?
Inoltre, le donne che la assumeranno andranno a leggere il bugiardino per accertarsi della lista di farmaci (anche banali antibiotici o antivirali) che fanno interazione con Ellaone e possono essere quindi pericolosi se assunti insieme?
E’ giusto e sacrosanto tutelare il principio di autodeterminazione della donna, ma, se bisogna tutelarne anche la salute, il fai da te assoluto e quindi la liberalizzazione della vendita di farmaci come Ellaone, può rappresentare un azzardo?