“Oroitaly” è l’associazione nazionale orafi che raggruppa diverse piccole e medie imprese italiane impegnate nella produzione orafa di altissima qualità e che si prefigge lo scopo di rafforzare la coesione nazionale nella alta oreficeria.
Presidente è stato eletto Generoso De Sieno, maestro orafo e fornitore della Reale casa Borbonica, mentre Segretario Generale è il prof. Gianni Lepre, docente alla Jean Monnet, fiscalista di livello nazionale. L’associazione, tra le varie finalità, ha quella di rappresentare la categoria sulle grandi questioni fiscali ed infrastrutturali ergendosi ad interlocutore di riferimento per il governo centrale e le istituzioni. La promozione del made in Italy della tradizione orafa, che consta di grandi esempi qualitativi, e la sua proiezione in una dimensione di internazionalizzazione sono alla base delle iniziative ed attività sociali.
Il quadro è allarmante: secondo i recenti dati Istat, nei primi mesi del 2015 il tasso di disoccupazione è arrivato al 13% (più 0,2 punti percentuale da febbraio 2015), mentre la disoccupazione giovanile si attesta a oltre il 43% raggiungendo il valore più alto da agosto scorso.
Questi dati assumono significati più preoccupanti se comparati a quelli dell’artigianato che, secondo una recente elaborazione della CGIA di Mestre, ha visto passare le imprese attive dalle 1.466.000 del 2009 alle 1.371.500 del 31 dicembre 2014.
Quasi 95 mila unità dissolte dalla recessione, e non solo.
Le Regioni che hanno perso il maggior numero di imprese artigiane sono: la Lombardia (-11.939), l’Emilia Romagna (-10.126), il Piemonte (-10.071), il Veneto (-9.934) il Molise (-9,7%) e l’Abruzzo (-9,4%).
“Tutte le regioni italiane hanno un’antichissima tradizione nel campo dei mestieri d’arte dalla ceramica all’oreficeria, dal tessile al vetro fino al marmo – dichiara il prof. Gianni Lepre, segretario Generale di OroItaly – e la loro estinzione non è dettata solo dalla crisi economica ma soprattutto dalla mancanza di un ricambio generazionale. In uno scenario così globalizzato rischiamo però di perdere le nostre produzioni artistico-artigianali senza possibilità di recuperarle successivamente. Per salvare la bottega artigiana c’è bisogno urgentemente di un trasferimento dei saperi dai maestri artigiani ai giovani”. “Al momento – afferma Generoso De Sieno, presidente di Oroitaly – lo scollamento tra l’antica tradizione e le nuove generazioni sta pericolosamente aumentando con il rischio che si potrebbero perdere know how unici al mondo come quello dell’arte orafa.”
“Il problema – persegue il prof. Lepre – va affrontato a livello istituzionale, è per questo motivo che la nostra associazione intende promuovere il corretto concetto di “bottega scuola”. Gli attuali incentivi non bastano, e bisogna sostenere l’apprendistato poiché i corsi di formazione non risolvono il problema: Giotto ha imparato in bottega, non ad un corso di formazione. Lo Stato deve farsi carico della paga dell’apprendista con un contributo a favore del maestro di bottega, ricompensando anche l’opera di chi sta trasferendo il proprio sapere.” “Se il made in Italy è uno degli asset su cui si regge la competitività del sistema nazionale, non possiamo essere indifferenti al calo del 10% di artigiani e operai specializzati in questo tipo di attività, le perdite maggiori riguardano in particolare i giovani artigiani! Partiamo dunque dalla scuola con percorsi formativi maggiormente orientati verso il mondo degli antichi mestieri e l’innovazione di processo – facendo ricorso a campagne di strategie di marketing per diffondere la conoscenza e i valori delle produzioni artistiche dell’artigianato d’eccellenza anche attraverso i mercati virtuali. Proponiamo inoltre la realizzazione di botteghe aperte al pubblico, dove il turista o lo stesso cittadino possano essere spettatori attivi, coinvolti anche emotivamente, non solo per la possibilità di rimirare il prodotto artistico, ma anche per poterne osservare di persona la lavorazione, seguire le tecniche di apprendimento trasmesse dal maestro all’allievo”.