Possiede un valore simbolico importante l’assegnazione ufficiale della villa dell’ ex boss di cosa nostra Totò Riina all’Arma dei Carabinieri di Palermo.
Proprio ieri, dopo 22 anni dalla cattura del boss e nello stesso giorno in cui si commemorava la morte di due uomini ricordati per aver combattuto per i loro ideali di giustizia e di libertà come Aldo Moro e Peppino Impastato, la villa confiscata alla mafia nel 2007 è stata designata per diventare una caserma dei Carabinieri.
La caserma sarà intitolata al maresciallo Mario Trapassi e all’appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valore civile, barbaramente trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici nella strage del 29 luglio 1983.
Alla cerimonia di assegnazione partecipano diverse autorità: il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il direttore dell’agenzia dei beni confiscati Umberto Postiglione, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, i comandanti regionali e provinciali dell’arma Giuseppe Governale e Giuseppe De Riggi e il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato.
Numerosa la presenza degli studenti delle scuole elementari e medie di Palermo, ai quali il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è rivolto così: “Abbiamo approvato delle leggi che fanno stare in carcere i boss; è come se sfogliassimo un album di figurine ma al posto dei calciatori ci sono i mafiosi arrestati. Noi siamo più forti della mafia!”.
Il ministro ha anche rimarcato con orgoglio che negli ultimi anni sono stati tanti gli edifici e i beni confiscati alla mafia e riassegnati, per contrappasso si potrebbe dire, alle forze dell’ordine e alle associazioni che combattono la mafia.
“Lo Stato ha vinto e la mafia perde”, ha detto alla fine del suo discorso Alfano, con l’auspicio che giorni come quello di ieri siano sempre più frequenti.