Amato, temuto, adorato, ammirato, simbolo e icona di una città meravigliosa e tormentata allo stesso tempo, il VESUVIO.
Più che rappresentare la città, il Gigante buono, rappresenta il suo popolo. Il fuoco che arde nel cuore dei napoletani pronto ad esplodere in ogni occasione, il carattere ribelle e ribollente che alimenta gli animi, la forza passionale e sanguigna di chi deve lottare ogni giorno per non soccombere.
Da sempre adorato e venerato, è stato più e più volte rappresentato e dipinto da artisti di ogni epoca, a partire dal primo secolo d.C.
Il dipinto che vedete a lato, è stato ritrovato nella Casa del Centenario a Pompei, probabilmente riproduce quello che doveva essere l’aspetto della montagna verso la metà del primo secolo d.C. Questo dipinto sembra mostrare chiaramente che in quell’epoca il monte aveva una sola cima (il monte Somma), e non due come oggi.
Le rappresentazioni successive a questa, mostrano un Vesuvio ormai formato nel suo attuale aspetto.
Quello che verrà dipinto sarà però un vulcano arrabbiato, pericoloso e mortale.
Eruzione del Vesuvio del 1631
Disegno originale di Giovan Battista Passeri
I flussi di fango scendono con gran rapidità dai fianchi del Vesuvio e invadono i territori di Resina, Portici, Torre del Greco, Boscotrecase, Torre Annunziata.
Della stessa tipologia saranno le rappresentazioni negli anni e nei secoli successivi
Tavola 9 dell’Atlante
Blaeu-Van der Hem (1665 )
Sir William Hamilton
Studiando l’eruzione del Vesuvio ( 1771 )
Di tutt’altro genere, carattere, stile e impostazione, sono le rappresentazioni dell’amata montagna, nell’epoca contemporanea.
Tra i quadri più famosi, vi è ovviamente il Vesuvius (1985) di Andy Warhol
Il rapporto dell’artista americano con Napoli è viscerale, intenso e prolifico. Le varie versioni del Vesuvio, dove le alternanze cromatiche e le diverse colorazioni dello stesso identico soggetto, sono passate alla storia.
Quella che si vede al lato, la si può ammirare al Museo di Capodimonte, dono dell’artista alla nostra città.
Un nuovo e coloratissimo concetto di Pop Art, quello rappresentato nei dipinti della napoletana Cristina Ascarelli, nuove tecniche, giochi di applicazioni, eruzioni infinite quasi floreali, cariche di potenza e di vita, inesauribili fonti di energia che questa terra napoletana trasmette. L’imponenza e l’eleganza del profilo del Vesuvio che non è solo un “vulcano” e nemmeno soltanto la componente di un panorama mozzafiato, ma è il fulcro spirituale della città è la sua anima. Ed è da queste sinergie che l’artista si lascia trasportare, trasferendo sulle tele: frenesia, dinamicità ed ironia interpretati con un nuovo stile più moderno fino ad arrivare ad un coloratissimo concetto di Pop Art.
Da quell’ultima eruzione del 1944, il Vesuvio, pur intimorendo ancora, esercita un fascino benevolo nei confronti di chi lo ammira. Non viene visto più come il portatore di morte e distruzione, ma al contrario viene vissuto e adorato come il protettore della città partenopea. La sua elegante imponenza ispira scene di fertilità, di gioia e di serenità.
Nei dipinti di Flora Palumbo, artista contemporanea, napoletana anch’essa, il Vesuvio erutta vita e non morte, esplosioni di fertilità e frutti della terra partenopea, visioni di un futuro non arido e sterile, ma di un ritorno alla vita e all’entusiasmo.
Nel dipinto qui a lato, La rete nel Golfo, l’artista auspica una visione di risanamento del mare e del golfo napoletano, un mare dove poter pescare senza inquinamento, dove la fauna marina, torni a ripopolarsi sconfiggendo l’estinzione di massa, causata dalla pesca indiscriminata e incontrollata. In un futuro utopico e speriamo possibile, la varietà e la moltitudine dei pesci sarà così vasta, che il Vesuvio li farà letteralmente esplodere dal suo cratere, donando cibo in quantità al suo popolo.
A completare questo viaggio dell’anima, proponiamo una rappresentazione del Vesuvio più classica e romantica, che abbraccia il panorama del Golfo e della città. Patrizia Balzerano, un’altra napoletana d’eccezione, il cui amore incondizionato nei confronti della sua Napoli, è magicamente rappresentato nelle sue opere.
Alba su Napoli, è un dipinto di un’intensità travolgente, da cui si resta ammaliati e senza fiato. Una festa di colori sapientemente miscelati, dove viene rappresentata una Napoli insolitamente ottimista.