Confrontarsi ai tempi dei social network: una vera e propria impresa.
Lo ha imparato a proprie spese il cantante Fedez che si è ritrovato al centro di pesanti polemiche per aver espresso su twitter il suo appoggio ai manifestanti contro l’Expo. Peccato che lui si riferisse al corteo pacifico dei no expo, a quelli che hanno scritto con le bombolette sui muri il proprio dissenso e non alla frangia violenta responsabile dei disordini del primo maggio a Milano.
Però, come quando si gioca al telefono senza fili, il messaggio iniziale è stato distorto e quindi Fedez è stato accusato di appoggiare i black bloc e di dimenticare quanto il suo pensiero, espresso su twitter e quindi fruibile da tanti giovanissimi e influenzabili fan, possa esprimere un messaggio negativo.
Matteo Salvini intanto twittava a tutto spiano definendo imbecilli i manifestanti tutti, figuriamoci chi li appoggiava. Da lì gli “inviti” da parte del segretario federale della Lega a Fedez di pagare di tasca sua i danni e di pensare a fare il cantante ed evitare di esprimersi su certi argomenti.
Fedez non ha risparmiato gli affondi al vetriolo contro “i giornalai” che avevano a suo dire strumentalizzato il suo pensiero circa le manifestazioni dei no expo e li accusava di averlo fatto in mala fede per sfruttare il suo nome scrivendo articoli su articoli, facendosi così pubblicità.
Accusa subito rispedita al mittente, in quanto il cantante è stato accusato, a sua volta, di essere figlio di quella globalizzazione che dice di combattere e di essere stato il primo a usare i social per emergere e far parlare di sè, della serie “in bene o in male, purchè se ne parli”.
E’ intervenuto quindi il fratello maggiore di Fedez, o meglio “lo zio” come ama farsi chiamare J-Ax, in difesa del collega: con un video postato su tutti i social ha ribadito che la sporcizia a Milano non viene dai no expo che imbrattano i muri per protestare legittimamente contro l’Expo, bensì dalla corruzione e dalla mafia che c’è dietro eventi del genere.
Inoltre ha difeso la libertà sua, nonchè implicitamente quella del collega e amico Fedez, di esprimersi anche a proposito di argomenti diversi dal mondo della musica.
Affondo finale esplicito anche a Salvini: ” Siamo noi italiani che ti paghiamo lo stipendio, l’autista, la barba hipster e tutto quello che entra nella tua bocca, quindi abbiamo tutto il diritto di commentare anche quello che ci esce”.
Tra tweet, editoriali e video di risposta la polemica non accenna a placarsi.