Il 20 Febbraio 2015, è stato firmato il protocollo d’intesa per la candidatura del sito “Palermo arabo normanna- cattedrali di Cefalù e Monreale” nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco concludendo il percorso formale di candidatura che verrà posta all’ordine del giorno nella riunione del comitato patrimonio mondiale dell’Unesco, del 29 Giugno a Bonn.
Pochi giorni fa, l’Icomos (acronimo di International Council of Monuments and Sites), organizzazione internazionale non governativa che ha principalmente lo scopo di promuovere e valorizzare la conservazione dei monumenti e dei siti di interesse culturale, ha espresso parere favorevole alla candidatura, dando così un segnale importante e sicuramente incoraggiante per quanti speravano in questa preziosa opportunità per la Sicilia.
Positiva la reazione del presidente del comitato di pilotaggio per il sito e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e del direttore della fondazione patrimonio Unesco Sicilia, professor Aurelio Angelini: “Esprimiamo piena soddisfazione per la valutazione positiva giunta dall’Icomos, la sua raccomandazione positiva è molto importante perché riconosce la validità tecnica, scientifica e politica della candidatura e riconosce altresì che il sito è un bene iscrivibile a quelli già facenti parte del patrimonio mondiale dall’Unesco. Attendiamo ora la decisione finale che si terrà a fine giugno a Bonn.”
Ma vediamo nel dettaglio, quali sono i siti candidati e il loro valore artistico-storico.
Ad un visitatore che volesse apprezzare il fascino di Palermo e del suo patrimonio storico, monumentale e artistico, dal nucleo fenicio-punico al Liberty, la città si dispiegherebbe attraverso strade e antichi greti, fino alle acque della Cala, testimonianza dell’antico porto che in epoca greca diede il nome Panormos all’insediamento. Il suo percorso attraverserebbe la città arabo – normanna, la chiaramontana, la tardo – gotica, la rinascimentale e barocca, fino a raggiungere gli episodi del Liberty passando per la Palermo neoclassica.
Colpirebbero il visitatore la poliedricità, la varietà multicolore, la stratificazione materiale e culturale che ancora oggi permea il cuore della città, i muri e le strade, tra le voci multilingue che animano i mercati storici intrisi di profumi colorati.
Per secoli città capitale, Palermo riesce ancora oggi a sbalordire il forestiero con le sue contraddizioni, le sue cromie d’azzurro e arancio, di acqua, di sale, di sole e di fuoco.
Tra i tanti possibili itinerari, per la candidatura è stato scelto lo “strato” arabo- normanno.
Viaggiatori e cronisti dell’età araba e normanna, fra X e XII secolo hanno descritto l’organismo urbano, gli edifici sacri (chiese e moschee), i palazzi lussuosi e giardini, dando testimonianza della loro sontuosità, della ricchezza delle essenze botaniche, dell’abbondanza delle fontane d’acqua, della varietà di culture, etnie e religioni. Questa varietà multiforme, che di fatto costituisce la specificità dello strato culturale arabo – normanno, capace di assorbire in sé diversi patrimoni di civiltà, l’arabo, il latino, il greco, l’ebraico, all’insegna dell’apertura e della tolleranza, non poteva non riflettersi nell’urbanistica, nell’edilizia e nelle manifestazioni artistiche in genere.
Dal Palazzo Reale di Palermo, monumento principe per la manifestazione della ricchezza e del potere politico e culturale del regno normanno, al Duomo di Monreale, che al suo interno custodisce la più vasta decorazione a mosaico dell’intera produzione del bacino Mediterraneo; dalla Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, simbolo della purezza del genio bizantino ortodosso, adorna di mosaici bizantini tra i più stupefacenti nel panorama della produzione di epoca comnena, al Palazzo della Zisa, che con le sue peculiarità costruttive e le sue forme cristalline rifrange le luci dell’architettura Ifriqena. Nel centro, come ago di bilancia, splende la Cappella Palatina il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano ed eseguito da mani di artista (Guy de Maupassant). In questo sito seriale risulta impensabile trascurare il Duomo di Cefalù, custode di mosaici che studiosi di arte bizantina come Viktor Lazarev classificarono eccellenti fra tutti ed egregiamente conservati.
La committenza normanna favorì forme di appropriazione culturale, divenendo allora ambasciatrice di un linguaggio nuovo, capace di combinare l’elemento bizantino e islamico con quello romanico d’oltralpe. Il risultato è un unicum che i visitatori come Goethe e Guy de Maupassant e i viaggiatori del Grand Tour hanno esaltato e reso noto nei loro resoconti e attraverso i diari di viaggio, sovente arricchiti da pittoresche raffigurazioni che prima dell’esordio della fotografia restituirono un’immagine fascinosa, dal carattere sensibilmente esotico, del capoluogo siciliano.
La produzione di epoca normanna appare come un ibrido che nell’ambito della storiografia artistica italiana sfugge ad ogni tentativo di classificazione. In realtà essa costituisce un endemismo peculiare, una summa originale, una sinfonia di stili innovativa e autentica, che ha stimolato notevolmente la produzione.
Tra tutti monumenti arabo-normanni presenti, ai fini della candidatura UNESCO, ne sono stati selezionati nove che preservano in modo pressoché integrale le componenti architettoniche e decorative. Si tratta infatti delle opere più rappresentative e artisticamente rilevanti nelle quali è possibile riconoscere inequivocabilmente i tratti salienti dell’arte arabo – normanna in tutte le sue componenti e sfaccettature:
1. Palazzo Reale e Cappella Palatina
2. Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
3. Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (Chiesa della Martorana)
4. Chiesa di San Cataldo
5. Cattedrale di Palermo
6. Palazzo della Zisa
7. Ponte dell’Ammiraglio
8. La cattedrale di Cefalù
9. La cattedrale di Monreale
Il grande patrimonio storico-architettonico e monumentale di Palermo, si compone di altri monumenti che, pur presentando il carattere di autenticità, al contempo soffrono di problemi in ordine alla loro conservazione e fruizione. Tali monumenti necessitano di interventi di natura gestionale e di azioni di intervento infrastrutturale. Si auspica che in futuro, intervenendo in merito a tali problematicità, il sito seriale UNESCO arabo-normanno possa ampliarsi ricomprendendo anche tali monumenti.