“Non saranno quattro teppistelli a rovinarci l’Expo”, aveva dichiarato il premier Matteo Renzi all’indomani dei disordini di Milano.
Forse si riferiva ai 5 italiani finora identificati ed arrestati tra i 500 violenti che, armati di tutto punto, hanno distrutto vetrine e incendiato macchine.
I “teppistelli” in questione sono stati identificati e poi seguiti dalla Polizia che li ha trovati in possesso di fumogeni, bombe carta, mazze chiodate, caschi e gli immancabili abiti scuri dei black bloc.
In queste ore sono sottoposti a interrogatorio dal gip Donatella Banci Buonamici che dovrà decidere se convalidare gli arresti ed emettere la misura della custodia cautelare in carcere, come chiesto dal pm Piero Basilone, cinque italiani: tre uomini e due donne.
L’accusa è: resistenza aggravata a pubblico ufficiale, porto d’armi improprie, lancio pericoloso di oggetti e lesioni gravi.
Degli arrestati, un operaio di 32 anni di Alessandria ed uno studente di 27 di Lodi sono incensurati, così come un ragazzo di 23 anni che il suo legale, l’avvocato Loris Panfili, descrive così: “Ha una famiglia normalissima alle spalle, padre pensionato e madre casalinga e lavora in un negozio di scarpe in corso Buenos Aires”.
Le due donne in stato di fermo, invece, sono volti noti alle forze dell’ordine, anche se per reati diversi da quelli che vengono loro contestati in queste ore. Una delle due è una 42enne di origine tedesca ma residente a Milano, con precedenti per furto e droga; quando è stata arrestata, è stata trovata anche in possesso di hashish.
L’altra, milanese di 33 anni, ha un precedente per resistenza a pubblico ufficiale.
Intanto a Milano e non solo continuano le identificazioni degli incappucciati, come dimostra ieri sera l’arresto a Genova di cinque francesi, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, seguiti fino al loro covo e trovati in possesso di cartine di Milano, striscioni di protesta e un arsenale di armi da black bloc analogo a quello dei loro colleghi italiani arrestati a Milano.