È un momento topico e critico per i trasporti pubblici partenopei. Come sempre, più di sempre.
Sul fronte di guerra i dipendenti della Circumvesuviana che non hanno ricevuto lo stipendio del mese di aprile e minacciano scioperi e soppressioni che andrebbero solo ad aggravare una situazione di per sé critica.
E sul versante Anm, di certo, non si respira, di certo, un clima più disteso.
A fornire un quadro nitido della situazione è un dipendente della stessa azienda: “Dovete sapere che, ogni giorno, a causa della carenza di autisti, molte linee sono soppresse. Di tutta risposta, i dirigenti Anm hanno deciso di indire un concorso interno tra autisti per nominare circa 40 capi, di conseguenza, verranno sottratti altri 40 dipendenti materialmente operanti su strada. C’è da dire che su ogni autobus Anm, alcuni anni fa, è stato installato un sistema satellitare SAE ndr (sistema ausilio esercizio) che aveva lo scopo di dare suggerimenti e aiuto al personale sui bus. Il costo dell’operazione ammontava intorno ai 24 miliardi delle vecchie lire (ma credo la spesa finale sia “lievitata”) e , adesso, potendo disporre del suddetto sistema satellitare, nominare altri capi risulterebbe quantomeno inopportuno ed insensato, anche perché l’azienda ne conta già tanti ed inutili! Nelle festività, per esempio, tutti i capi sono in servizio con un inutile spreco di denaro e magari un autista fa richiesta di poter lavorare e l’azienda lo lascia a casa.
È lampante che sarebbe molto più utile, se non doveroso, assumere altri autisti e rendere il trasporto pubblico consono a soddisfare le legittime esigenze e richieste dei napoletani di migliaia di turisti.”
Un quadro chiaro che evidenzia il deficit alla base dei continui disservizi che l’azienda quotidianamente colleziona che si riversano sugli utenti e rimbalzano proprio sugli incolpevoli autisti: “Spero che i nostri clienti danneggiati e inviperiti dalle lunghe attese capiscano quanto siano incompetenti i nostri dirigenti. – aggiunge l’autista Anm – Gli utenti devono avere ben chiaro che se non fosse per la buona volontà degli autisti che fanno lavoro straordinario, ogni giorno, l’attesa che accumulano accanto alle fermate sarebbe ben più lunga e sfiancante. Per straordinario intendo turni di 12-14 ore consecutive, ovviamente subendo gli improperi degli utenti, e i dirigenti cosa fanno? Vogliono indire un concorso interno per togliere altri autisti dalla guida!”
E non è tutto: “La dirigenza ha anche avanzato ai sindacati la scellerata richiesta di inserire nel premio di produttività riservato agli autisti più diligenti, legato ai guasti bus (premetto che non si riparano i bus) anche i ritardi che si accumulano nel traffico. Per esempio, se c’è un corteo di disoccupati in centro e gli autobus restano bloccati, il premio di produttività, nonostante la snervante attesa, viene decurtato. Una decisione incomprensibile. Noi dipendenti siamo sul piano di guerra. Sembra di essere ritornati all’epoca del nazismo!”
Di chi è la colpa?
“Della politica del passato che ha messo ai posti di comando del trasporto pubblico locale perfetti incapaci e per giunta arroganti, dirigenti con stipendi di migliaia di euro annui, col beneplacito di sindacalisti che aspirano ai posti di capi o al lavoro d’ufficio facendo accordi scandalosi con la dirigenza, andando a penalizzare pesantemente gli autisti, che hanno la sensazione, anzi la certezza, che i primi nemici siano proprio sindacalisti e dirigenti. E poi c’ è la politica che taglia, taglia, taglia e ancora taglia, fondi e stipendi, di conseguenza l’utenza è penalizzata e inviperita e furiosa, inveisce contro gli autisti che sono, loro malgrado, in prima linea e pur non avendo colpe sullo scempio perpetrato, ne pagano le conseguenze con continue aggressioni verbali e talvolta anche fisiche. Lavoriamo, sempre e costantemente, in un clima ad alta tensione, laddove la nostra mansione dovrebbe essere svolta all’insegna della totale tranquillità.”