L’acquisizione di Indesit da parte della Whirlpool rappresentava inizialmente una concreta speranza per gli operai, fiduciosi del fatto che il colosso americano avrebbe dato loro una maggiore sicurezza dal punto di vista lavorativo, attesa da tanto tempo.
Purtroppo, questa speranza è ben presto svanita, per essere sostituita da rabbia e sgomento nel momento in cui Whirlpool ha presentato un piano di investimenti che sì, prevede una crescita di produzione in Italia, ma ad un prezzo troppo alto: la chiusura di tre stabilimenti, tra cui figura quello di Carinaro (CE), che porterebbe al licenziamento di circa 800 operai.
Da più di una settimana i sindacati cercano di mediare, ma i lavoratori non sono disposti a scendere a compromessi e così stanno facendo sentire la propria presenza con cortei, scioperi, blocchi della produzione e quanto necessario per comunicare a tutti che lotteranno fino allo stremo per tenersi stretto il proprio posto di lavoro.
Ieri, 27 aprile, da Carinaro ben 600 dipendenti si sono recati a Roma, dove alle 10.30 si è tenuta la riunione al Mise tra sindacati e azienda, in cui si è discusso (ancora una volta) del piano di investimenti Whirlpool, ritenuto “inaccettabile” nel punto che prevede gli esuberi persino dal Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nelle cui mani è racchiuso il futuro di centinaia e centinaia di persone.
Alla riunione di oggi, – spiega il Mise – oltre al Ministro Guidi hanno preso parte il Sottosegretario al ministero del lavoro Teresa Bellanova e 130 rappresentanti delle istituzioni locali, dell’azienda, dei sindacati, di Confindustria e di Federmanager. Tra questi, il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, l’amministratore delegato di Whirlpool Davide Castiglioni ed esponenti della Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Ugl-Metalmeccanici e Uilm-Uil.
Durante l’incontro, azienda e sindacati hanno accolto la proposta del Ministro dello Sviluppo economico di avviare confronto che preveda il raggiungimento di un accordo che tenga conto di ciascun lavoratore coinvolto.
In sostanza, una riunione che ha dato ben poche sicurezze agli operai. Uno di loro, intervistato da un giornalista, afferma: “L’orizzonte per noi è scuro, ma non ci arrenderemo e fino alla fine combatteremo per ciò che ci spetta: io sono nello stabilimento di Carinaro da più di 20 anni, non possono portarmi via il lavoro così facilmente.”