Ha quattordici anni il ragazzino canadese diventato famoso per la delicatezza della sua pelle.
La sua storia è stata raccontata dal quotidiano “Ottawa citizen” lo scorso ottobre e poi trasmessa sul canale sportivo canadese “The Sports Network”: Jonathan Pitre soffre di epidermolisi bollosa.
Questo nome della malattia rara che ha colpito nel mondo almeno cinquecentomila persone, sembra una parolaccia ma in realtà indica qualcosa di molto poetico e contemporaneamente molto difficile.
Tutti i genitori fanno attenzione, nel momento in cui in casa ci sono bambini piccoli, agli spigoli dei mobili, agli oggetti appuntiti sparsi per terra, ecc. Ecco: la stessa attenzione, ma in maniera permanente negli anni, devono avere i genitori e lo stesso Jonathan, poiché qualsiasi superficie disomogenea potrebbe urtare la pelle del ragazzo, fragile come le ali di una farfalla, e procurargli vesciche o scollamento delle mucose e della cute.
Ogni due giorni è costretto al solito rito del bagno con l’aiuto della mamma, per evitare che le ferite gli procurino infezioni: tra tanto dolore, si toglie le bende e le rimette fuori dall’acqua, come dei veri e propri abiti. Per “indossare” tutti questi strati protettivi ci si impiega ogni volta circa tre ore.
Questa patologia genetica potrebbe ostacolare il sogno del piccolo, che vorrebbe diventare un atleta.