Una donna curata, affettuosa, vivace, amava gli abiti ed ancora di più la famiglia, in particolare, era molto legata all’anziana madre e alla sorella Maria. Originaria di Napoli, Immacolata Assisi si era trasferita a Melito dopo il matrimonio con Luigi. Il loro appartamento si trova lungo la strada che conduce a Giugliano e poi ad Aversa. Un posto che lei non amava molto: infatti il suo sogno era quello di trasferirsi ad Aversa, per vivere accanto alla sorella; aveva già individuato un’abitazione che faceva al caso suo. Probabilmente, proprio il suo desiderio di vivere accanto alle persone che amava le è costato la vita.
Al momento, l’accusa di duplice omicidio pende sul capo di Antonio Riano, 27enne e incensurato che secondo gli inquirenti avrebbe ucciso per questioni finanziarie legate alla compravendita di un appartamento di proprietà delle vittime, una coppia di coniugi 50enni, il tassista Luigi Simeone e la moglie Immacolata Assisi.
I cadaveri dei coniugi furono rinvenuti all’interno di una cava, a poca distanza da una discarica dismessa. La vettura dell’uomo era stata trovata nei pressi della scarpata, chiusa a chiave.
Una telefonata anonima avvisa il 113: “C’è un morto nei pressi di Cava Riconta, l’ex discarica di rifiuti a Giugliano”. La polizia rinviene subito il corpo di una donna, poco distante gli agenti scoprono un secondo cadavere, quello di un uomo. Vicino un taxi con tracce di sangue. La ricostruzione di quanto accaduto è giunta dopo una notte d’interrogatori volti a ricostruire movente e dinamica del duplice omicidio.
A mettere gli investigatori sulle tracce di Antonio Riano, il fioraio residente nel quartiere di Pianura è stata una macchia di sangue con un’impronta digitale trovata sullo sportello della vettura. Sulla macchia di sangue sono stati svolti gli accertamenti tecnici della Scientifica che, unitamente ad altri elementi indiziario emersi nel corso delle indagini, hanno lasciato ben poco spazio ai dubbi.
Per gli inquirenti, inoltre, la prova che il giovane abbia avuto dei complici sarebbe fornita dalle immagini delle telecamere della zona, dalle quali si vede il taxi sul quale viaggiavano le due vittime preceduto lungo la strada da un’altra macchina. Secondo gli investigatori Simeone e la moglie sarebbero stati assassinati a bordo del taxi e successivamente i corpi sono stati abbandonati nella scarpata. A far scattare l’allarme nella mattinata di domenica è stata una donna che ha notato la vettura lasciata in sosta nel viottolo di campagna che da via Ripuaria porta alla cava dove sono stati successivamente rinvenuti i due cadaveri. Le operazioni di recupero delle salme sono state difficoltose ed hanno richiesto un lungo lavoro da parte dei vigili del fuoco.
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