Il premier Renzi, venerdì 17 aprile, si è recato in visita ufficiale a Washington dove è stato ricevuto alla Casa Bianca dal presidente americano Obama.
Clima disteso e scambio di convenevoli tra i due: Obama si è definito “impressionato dall’energia di Renzi e dalla sua volontà di sfidare lo status quo con le riforme che servono a scatenare il potenziale economico dell’Italia” e Renzi ha definito Obama “una voce guida in Europa”, riferendosi al modello di economia americano che è riuscito a far aumentare il Pil e diminuire la disoccupazione nonostante la crisi economica globale degli ultimi sette anni.
Dopo i reciproci complimenti iniziali, si toccano i tasti dolenti: i due presidenti hanno espresso la loro opinione circa la situazione economica in Grecia, la delicata situazione politica in Libia, in Afghanistan e del recente accordo sul nucleare raggiunto in Iran.
Sulla Grecia, se Obama in passato aveva avuto un atteggiamento più comprensivo, questa volta in risposta alla preoccupazione espressa da Renzi sull’impennata dello Spread che si ripercuote anche sull’economia italiana, ha dichiarato: “la Grecia deve iniziare a fare riforme interne importanti, ridurre la burocrazia e introdurre la flessibilità”.
Riguardo l’Afghanistan, per la gioia di Obama, il presidente Renzi ha affermato che l’Italia resterà al fianco degli USA per tutto il tempo necessario a ripristinare la pace nel Paese e dunque “le truppe italiane resteranno sei mesi in più in Afghanistan rispetto a quanto inizialmente immaginato”.
Se una mano lava l’altra, si è arrivati poi a discutere del tema che più importava a Renzi: l’appoggio statunitense sulla delicata situazione politica in Libia.
Renzi si è dichiarato pronto affinchè “l’Italia si assuma il ruolo di una leadership diplomatica della crisi libica “, data la posizione strategica che ha il nostro Paese nel Mediterraneo, ma sa che è necessario uno sforzo congiunto con il governo americano.
Conoscendo benissimo la sensibilità di Obama ai temi della lotta al terrorismo e all’ evidente insediamento anche in Libia dell’Isis, Renzi ha dichiarato: “il Mediterraneo è diventato un cimitero – riferendosi chiaramente al traffico di esseri umani collegato al fenomeno dell’immigrazione clandestina – ed è in corso non solo una questione di sicurezza, ma di giustizia e di dignità dell’Uomo”.
Circa la questione del nucleare in Iran, ulteriore segnale d’intesa tra i due leader che hanno affermato che, se l’Iran non rispetterà l’accordo raggiunto a Losanna il 2 aprile scorso, le sanzioni economiche continueranno ad essere applicate.
Prima dei saluti e abbracci finali, scambio di battute tra i due presidenti sulla prossima Esposizione Universale di Milano: Obama ha dichiarato che nessun Paese può ospitare un evento del genere meglio dell’Italia, dove c’è un vero e proprio culto del cibo.
Il premier Renzi, da parte sua, ricordando bene gli apprezzamenti fatti in passato in particolare sul vino toscano da parte di Obama, ha portato in dono delle bottiglie che sono state infatti molto apprezzate.