I genitori di Matheryn Naovaratpong, una bimba thailandese affetta da un tumore incurabile al cervello, hanno preso la decisione di ibernarla lo scorso gennaio, a riferirlo, il sito della Alcor, il centro in Arizona che ha seguito il caso.
La conservazione criogenica (ibernazione), consiste nel conservare un essere vivente in condizione di biostasi. In questo caso, si tratta di preservare a basse temperature il corpo di pazienti terminali, immediatamente dopo la morte legale, nella speranza che future tecnologie ne permettano un giorno il ritorno in vita.
In altre parole, subito dopo il decesso fisico viene effettuata meccanicamente una manovra che consenta la ventilazione e la circolazione sanguigna, vengono somministrati degli anticoagulanti e altri medicinali che dovranno assolvere la funzione di antigelo e, in seguito, la temperatura del paziente viene abbassata fino a -130°: il risultato dell’operazione è la vetrificazione, una solidificazione senza congelamento. I pazienti vengono, poi, immersi in azoto liquido a una temperatura di -196°.
Matheryn aveva un ependiloblastoma, un tumore molto raro che colpisce i giovanissimi, che nonostante le cure aggressive, con ben oltre 12 interventi, e decine di cicli di radio e chemioterapia, era arrivato a interessare l’80% dell’emisfero sinistro.
”Quando e’ diventato chiaro che Matheryn aveva solo pochi mesi di vita, visto l’attuale livello delle cure mediche insufficiente a tenerla in vita – si legge nel comunicato dell’azienda – i genitori hanno completato tutti gli step per la sua criopreservazione, inclusa la crioprotezione del cervello”.
La bambina è stata dichiarata legalmente morta l’8 gennaio 2015 a Bangkok. I genitori della bimba, dopo aver tentato tutte le cure per la loro piccola, non si danno dunque per vinti, e scommettono sull’ultima possibilità: quella dell’ibernazione, in attesa che in un futuro i medici possano curare quella terribile malattia da cui oggi non avrebbe scampo. Questa per loro è l’ultima chance, ma non è detto che funzioni.
La pratica di farsi ibernare sta diventando sempre più popolare negli ultimi anni nonostante gli alti costi, che possono superare i 200mila dollari (185mila euro). E’ necessario chiarire, che al momento attuale la pratica e’ una ‘scommessa’, visto che non ci sono dati scientifici sull’effettiva possibilità di ‘resuscitare’ i corpi ibernati.