Fabio Tortosa, questo è il nome dell’agente, che con un super gettonato post sul suo profilo FB, ha rivendicato il ruolo di poliziotto, affermando che il CORPO DI POLIZIA, non è una associazione di «torturatori», come invece traspare dalla recente sentenza del tribunale europeo su quei fatti.
Se l’intento di Tortosa era quello di ribadire il concetto che i poliziotti sono servitori dello Stato e che anche quella notte di Genova, a stragrande maggioranza, fecero il loro dovere a norma di legge, le sue parole hanno fatto intendere ben altro: “Io sono uno degli 80 del VII nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte”.
A peggiorare la sua posizione, l’ulteriore commento in risposta ad uno dei suoi tanti ammiratori: “Non ci sono mezze misure. O si sta con quella merda di Giuliani o si sta con quelli che a Giuliani gli fanno saltare la testa se attenta alla tua vita. Tu con chi stai? quelli come me pensano che sia morto perché è una merda che stava provando ad ammazzare tre giovani ragazzi, il più grande di 20 anni. E mi auguro che sotto terra faccia schifo anche ai vermi”
Tortosa presta servizio nel reparto mobile di Roma ed è dirigente sindacale del Consap oltre a essere dirigente della federazione italiana di football americano e vicepresidente della squadra di football americano Lazio Marines. Il commento è stato postato giovedì scorso, due giorni dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha condannato l’Italia dando ragione a Arnaldo Cestaro, una delle vittime degli scontri alla scuola Diaz.
Il commento ha subito scatenato un accesissimo dibattito su Facebook obbligando Tortosa, al tempo stesso travolto da messaggi di sostegno e sboccati insulti, ad approfondire le proprie posizioni: “Le mie parole sono state travisate. Il VII nucleo a Genova nell’irruzione alla scuola Diaz ha rispettato tutte le norme, le leggi e le prassi. Quella dell’irruzione alla scuola Diaz rimarrà una pagina nera per questo Paese ma chi c’era sa che è venuta fuori solo una parte della verità. Crediamo che questa voglia di verità debba albergare anche nelle alte sfere, non solo in me, nei miei colleghi che erano con me e nelle vittime, alle quali – conclude – va tutta la mia solidarietà”.
Nessun passo indietro quindi, sulle sue posizioni relative alle dichiarazioni del post incriminato, tranne il rimorso per aver offeso la memoria di una vittima.
“Il commento su Carlo Giuliani è la cosa di cui più mi rimprovero e della quale non riesco a darmi pace“. Lo ha detto intervenendo a Sky TG24 Pomeriggio e rivolto al padre di Giuliani, l’agente dice: “Ho sbagliato e sono prontissimo a chiedere di nuovo scusa. Non so se al signor Giuliani basteranno le scuse di un uomo dello stato che non ne è il capo, ma la colpa di quello che ho scritto è mia. Ho perso un fratello di 15 anni – ha proseguito – e so cosa significa per una madre e un padre sopravvivere al proprio figlio. Ho sbagliato e sono prontissimo a chiedere di nuovo scusa.“
il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha avviato un’azione disciplinare nei suoi confronti. Mercoledì 15 Aprile, il capo della Polizia Alessandro Pansa ha fatto sapere che gli accertamenti serviranno ad “adeguare nella severità l’azione disciplinare alla gravità di quando emerso” sia “nei confronti dell’autore del post che nei confronti di tutti coloro che, se appartenenti alla Polizia di Stato, hanno effettuato commenti censurabili”.
Così, dopo aver affidato una lettera a Repubblica per assicurare che “non ci sarà mai più un’altra Diaz”, Pansa ha annunciato la sospensione dal servizio di Tortosa e firmato il provvedimento per sollevare dall’incarico anche il dirigente del Reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato per aver messo un like al post.
“È un provvedimento sproporzionato, visto che non si capisce quale potrebbe essere l’articolo del regolamento disciplinare che avrei violato – ha commentato Tortosa – comunque ormai il danno è fatto, mi tutelerò nelle sedi legali. ”