Christian Scalandra, 12 anni di sogni, passione e voglia di vivere, contornati da un amore sconfinato per il gioco del calcio.
Il campetto al quartiere Cep, della chiesa di Sant’Antonio a Foggia è il paesaggio che, sempre e fin da subito, ha accolto il suo sguardo, oltre che la sua vita, per accoglierne i sogni e marcare quella forte passione. Proprio accanto a quel rettangolo verde, a due passi dalla sua grande passione, abitava Christian. Ed è proprio lì che riceverà l’ultimo saluto dei compagni, del quartiere, della sua squadra di calcio.
Christian trascorreva il pomeriggio in quel campo di calcio che distava meno di 100 metri da casa sua, anche quando non si allenava.
Un bambino bravo, buono, rispettoso. Un piccolo talento nello sport. Così lo descrive chi lo conosceva.
Una rara e improvvisa malattia, diagnosticata lo scorso dicembre, ha stroncato la vita di Christian e i suoi sogni di adolescente comune. Un virus ha infettato la sua linfa fino a depauperare ogni speranza di ritorno alla vita.
La gara di solidarietà lanciata dal Foggia Football Club, società di calcio giovanile in cui militava il 12enne mancino degli Esordienti, alla quale in tanti hanno aderito anche con iniziative personali, purtroppo non è bastata.
Christian era entrato a far parte del Foggia Football club tre anni fa; a dicembre la malattia improvvisa, rara e insidiosa. Per lui e per la sua famiglia, che lo ha dovuto trasferire per una delicata operazione al Gemelli di Roma, si sono mobilitati in tanti. L’operazione a gennaio sembrava aver restituito speranza, poi l’avvio della riabilitazione. Qualche tempo fa era stato trasferito dal Gemelli a San Giovanni Rotondo, a Casa Sollievo della Sofferenza. Poi, la situazione si è aggravata, fino ad imporre il repentino ritorno a Roma, dove Christian si è spento tra le braccia dei suoi genitori.
Stamani tornerà di nuovo a ridosso di quel campo di calcio che ha rappresentato una parte integrante della sua troppo breve ed anche più fugace vita.
Per l’ultima volta o forse per rimanervi in eterno.