Tutto esaurito per la prima delle due date campane di Luciano Ligabue al Palamaggiò di Caserta.
Il cantante emiliano, reduce del successo estivo negli stadi di tutta Italia, replica il sold out nei palazzetti dello sport.
Per ovvie ragioni di spazio, il palco è più piccolo rispetto agli stadi e lo sanno bene i suoi fan più accaniti che per assicurarsi la prima fila si accampano davanti ai cancelli del Palamaggiò già dal giorno prima del concerto e affrontano coraggiosi la nottata pur di non perdere il posto in fila.
La scenografia sarà anche meno imponente, tanto a rubare la scena basta lui: Ligabue e la sua band suonano per circa due ore con una carica che coinvolge tutto il palazzetto che salta, balla, canta a squarciagola al punto da costringere i fonici ad alzare il volume degli strumenti.
Il rocker di Correggio non scontenta nessuno dei suoi fan, cantando le canzoni dell’ultimo album, come: Il sale della Terra e il Muro del suono e quelle più datate e conosciute dal grande pubblico, quali: Certe notti e Piccola stella senza cielo.
Quelle che hanno fatto letteralmente tremare il Palamaggiò sotto i piedi dei fan sono state senza dubbio le immancabili Urlando contro il cielo e Balliamo sul mondo, alternate sapientemente a canzoni più intimistiche come Il giorno di dolore che uno ha e Quella che non sei.
Per arrivare poi al momento clou della serata, il momento in cui Liga suona in acustico una canzone scelta dai fan tramite votazione su internet e tenuta segreta fino al momento dell’esecuzione.
Il pubblico campano è stato particolarmente fortunato, perchè quella che ha vinto il contest è stata una canzone particolarmente bella e di particolarmente rara esecuzione da parte di Ligabue: Chissà se in cielo passano gli Who. Luciano Ligabue nelle sue canzoni di domande se ne fa tante e porta chi le ascolta a fare altrettanto: in questa, raccontò in una celebre intervista a Vincenzo Mollica, si chiedeva se, dopo tutta la fatica che si fa per vivere in questo mondo nel modo più corretto per guadagnarci il Paradiso, almeno lassù possiamo ascoltare la musica che ci piace. Fuori di metafora, se almeno lì ci è consentito essere realmente liberi e felici.
E’ sempre sorprendente come Liga riesca ad arrivare al cuore della maggioranza del grande pubblico cantando di fede – lui che non è esattamente un credente- oppure scrivendo canzoni di denuncia sulla società in cui viviamo o ancora raccontando storie che ha vissuto in prima persona ma nelle quali ti immedesimi totalmente. Anzi, di più: sembrano proprio parlare di te!
Prima della chiusura sulle note di Con la scusa del rock’n’roll, la consueta presentazione della band (Poggipollini e Cottafavi alle chitarre, Luisi al piano e alle tastiere, Urbano alla batteria e Pezzin al basso) che è sicuramente parte del successo di tutti gli show di Ligabue e l’abbraccio finale al pubblico.
Fabrizio De André disse su Ligabue: «Mai visto un musicista comunicare col pubblico come sa fare Luciano».
I gusti musicali sono molto soggettivi, quello che è oggettivo invece è il carisma del cantante che ti coinvolge e ti sconvolge.
Entri nel Palazzetto in un modo, esci in un altro…