“Mi sembra ancora non sia vero, ma ho negli occhi i poveri corpi dei nostri cani carbonizzati, i cuccioli sono morti vicini, ho pianto troppo oggi, però vi chiedo di non insultare il popolo ucraino solo per pochi delinquenti, grazie.” E’ una delle dichiarazioni che Andrea Cisternino, fondatore del canile ”Rifugio Italia” di Kiev, ha rilasciato sul profilo Facebook di sua moglie.
Nell’incendio, appiccato da ignoti, sono morti carbonizzati 75 cani. L’episodio è stato il culmine di un lungo periodo di minacce rivolte a Cisternino, impegnato a trarre in salvo cani randagi dai cosiddetti ”dog hunters”, cacciatori di cani. “Speriamo che questa tragedia finalmente serva a qualcosa”, dichiara ancora sconcertato il fondatore del canile ucraino. Nel frattempo l’ “Associazione Animalisti La loro Voce – Cani Sciolti Leal Lega Antivivisezionista” si è mossa a favore di Cisternino, organizzando per le 15.00 dello scorso lunedì un presidio di fronte al Consolato ucraino a Milano, volto a garantire al fondatore del canile la protezione da parte del Console Andrii Kartysh.
Gli appelli di Andrea Cisternino invitano a non scagliarsi contro l’Ucraina, la quale non è globalmente responsabile di tale scempio, ma essi inducono anche ad una riflessione: ”Ci stanno telefonando molti ucraini che ci vogliono aiutare”, un gesto di reciproca solidarietà, che va oltre ogni frontiera.
Cisternino mostra la sua tenacia sfidando i suoi stessi antagonisti, dichiarando apertamente la sua imperterrita ostinazione, facendo esplodere dalla propria bocca parole di provocazione: ”Se credono che io me la faccio sotto si sbagliano”.