A Napoli defibrillatori semiautomatici esterni sulle principali stazioni della linea 1 della metropolitana (Garibaldi, Vanvitelli, Museo, Toledo, Piscinola, Chiaiano), sulle stazioni superiori della Funicolare Centrale e di Montesanto, al capolinea bus di via Brin e al parcheggio del Centro Direzionale.
Una notizia che fa bene al cuore per almeno due motivi: Napoli ottiene il primato positivo come prima città del Sud Italia a prendere un simile provvedimento e si garantisce la sicurezza del vastissimo bacino d’utenza quotidiano del sistema di trasporto pubblico nella nostra città.
Il progetto salvavita, promosso dall’Assessorato alla Mobilità del Comune di Napoli e curato dall’Azienda Napoletana Mobilità, partirà tra tre mesi non appena saranno formate 250 persone scelte tra il personale addetto Anm con una sessione di 8 ore di corso BLS-D (Basic Life Support – early Defibrillation).
Di arresto cardiaco improvviso si muore, la percentuale di sopravvivenza stimata diminuisce del 10% per ogni minuto che passa tra la chiamata al 118 e l’arrivo del personale medico sul posto.
A Napoli nel 2014 si sono registrati più di 1000 decessi per infarto dei quali una quota considerevole proprio sui mezzi pubblici: solo la presenza dei defibrillatori semiautomatici e di personale adeguatamente preparato può essere decisiva per salvare la vita di un paziente infartuato.
Significativa la collaborazione al corso di preparazione del personale Anm di Alfonso Speranza che cinque anni fa a causa di un arresto cardiaco ha perso il figlio Carmine di 23 anni su un campo di calcio perché “nessuno sapeva cosa fare in attesa dell’ambulanza” e che da allora ha fondato un’associazione che ad oggi ha formato oltre 3000 persone in Campania che a loro volta hanno salvato tante vite umane.