Il triplice omicidio compiuto da Claudio Giardiello, immobiliarista di 57 anni, è avvenuto ieri nelle stesse ore in cui il ministro dell’Interno Alfano era in riunione con il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in vista dell’ EXPO di Milano 2015.
Una coincidenza che dimostra come, ancora una volta, un tragico caso di cronaca diventa una questione politica: la sicurezza nel nostro Paese.
L’Italia ospiterà tra meno di un mese un evento di portata mondiale come l’EXPO, le minacce terroristiche dell’ Isis sono storia recente e un comune cittadino può entrare armato senza nessun problema nel Tribunale di Milano e fare una strage.
“Bisogna capire se ci sono state delle falle nella sicurezza”, ha dichiarato a caldo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
“Il nostro Paese è uno scolapasta”, ha commentato per tutta risposta la sottosegretaria Daniela Santanché.
Nulla di più vero, considerando che Giardiello è riuscito ad introdursi nel Palazzo di Giustizia di Milano con una pistola, regolarmente registrata, usando un tesserino finto attraverso l’ingresso riservato agli avvocati e ai magistrati.
Il lucidissimo assassino sapeva bene che quell’ingresso non è sorvegliato con i metal- detector, probabilmente ma non giustificatamente per motivi di ordine e rapidità negli ingressi al Tribunale.
E’ ancora più sorprendente che nelle aule di un tribunale, a meno che l’imputato non sia un detenuto, non ci sia più di qualche Guardia Giurata e qualche Carabiniere a presidiare l’edificio. Eppure stiamo parlando di un luogo che di per sè è sede di tensione, di conflitto tra le parti che non sono certo lì a prendere un caffè.
La strage di Milano è accaduta neanche dieci giorni dopo che uno squilibrato ha esploso in aria colpi di arma da fuoco a Reggio Calabria, durante il congresso di Magistratura dov’era presente lo stesso ministro della Giustizia Orlando, salvo poi stupirsi dell’estrema vulnerabilità dello storico tribunale milanese.
Giardiello, una persona qualunque, conosceva tutti gli ingressi del Palazzo di Giustizia e sapeva quale scegliere per aggirare i controlli tecnologici, conosceva la sede esatta dell’ufficio di una delle sue vittime, aveva avuto tutto il tempo evidentemente di fare dei sopralluoghi.
E’ di stamattina la notizia che anche gli avvocati da oggi saranno controllati con i metal- detector all’ingresso, intanto tre persone sono morte nell’esercizio del loro lavoro e per di più in un luogo che è il simbolo del potere giudiziario ed esecutivo dello Stato.