Dopo la sospensione dell'”Affruntata”, la processione che avviene in alcune città della Calabria, per la prima volta nella storia, con un applauso è accolta a Sant’Onofrio la ripresa di questo importante e sentito rito.
La drastica decisione dello stop nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi era stata presa dopo l'”inchino” della statua della Madonna delle Grazie davanti all’abitazione di un boss mafioso, nello scorso luglio.
Ma ora, finalmente, tra le strade di Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, tutto è tornato alla normalità. In migliaia si sono radunati per quest’occasione, nella mattina di Pasqua, dopo un anno di attesa: Cristo risorge e incontra San Giovanni e la Madonna Addolorata, dalle spalle della quale si strappa il velo nero che simboleggia il lutto.
Le nuove disposizioni del vescovo di Mileto, mons. Luigi Renzo, regolano i criteri secondo cui portare una statua sulle spalle durante la processione: vengono stilati degli elenchi prima dell’occasione e poi estratto a sorte il nome dei fedeli, che non devono avere in corso processi o condanne per mafia, a meno che “non abbiano dato segni pubblici di pentimento e ravvedimento”.
Quest’anno hanno portato in spalla la statua della Madonna alcuni amministratori, e così anche nei paesi vicini, diversamente da quanto accadeva in passato, quando a decidere chi portare i Santi erano le cosche della ‘ndrangheta, motivo per cui si verificavano gli “inchini”.