Il 21 marzo scorso, come ogni anno, si è svolta la giornata in cui l’associazione Libera ricorda le vittime della mafia e il suo presidente don Luigi Ciotti non smette mai di ricordare il ruolo fondamentale che la scuola ricopre nell’educare i ragazzi alla consapevolezza e alla responsabilizzazione, pilastri nella lotta alla mafia.
I ragazzi della scuola G. Galilei di Catania si sono impegnati in tal senso, da luglio scorso, presentando la proposta di realizzazione di un murales sul muro esterno della struttura dedicato alla memoria di Peppino Impastato, giornalista e attivista siciliano ucciso da cosa nostra il 9 maggio del 1978, scelto come esempio di vita e di lotta per la giustizia.
Tra il dire e il fare però hanno incontrato notevoli difficoltà che hanno sviluppato un vero e proprio tam tam mediatico: da una parte gli studenti del Galilei e i rappresentanti delle associazioni (Interact Catania e Atlas) che hanno promosso l’iniziativa, dall’altra la preside dell’istituto.
Riccardo Foti e Simone dei Pieri spiegano che si sono visti bocciare dalla preside Gabriella Chisari tre bozzetti del murales: il primo, con l’immagine di Impastato e la frase ” la mafia uccide, il silenzio pure”, in quanto l’immagine era stata giudicata “desueta” e la frase “troppo forte” per essere dipinta sul muro di una scuola. Per gli altri due bozzetti invece, rappresentanti simbolicamente i binari della stazione dove Impastato fu ucciso dall’espolosione di una bomba e degli uomini che apprendono la notizia da un giornale, la ragione del mancato assenso da parte della preside è stata quella di cercare un tema ” più educativo e adeguato al contesto scolastico dell’iniziativa”.
Al rifiuto dei ragazzi di cambiare il tema del murales, è arrivata secca la risposta “allora fatelo altrove”.
Gli studenti del Galilei però non si sono persi d’animo e hanno trovato l’appoggio del consigliere comunale Agostino Lanzafame che ha dichiarato: «È sconcertante che, di fronte a un’iniziativa che tiene viva la memoria, qualcuno si preoccupi del contesto e della forma. Farò un’interrogazione per chiedere all’amministrazione di intervenire con forza, perché quel murales va fatto. E senza tentennamenti. Non voglio risposte da burocrati, né rimpalli di responsabilità. Quei ragazzi si sono impegnati su un argomento che avrebbe dovuto raccogliere il plauso di tutti. Certi no, invece, non fanno altro che mettere distanza».
Non si è fatta attendere la risposta della preside Chisari che ha sostenuto che le sue riposte sarebbero state mal interpretate e che semplicemente avrebbe voluto coordinare questa iniziativa con le altre in tema di legalità e lotta alla mafia che si svolgono ogni anno al Galilei in occasione del Festival delle Idee, subito dopo Pasqua.
Fatto sta che, ottenuta l’approvazione del Consiglio comunale e quella seppur tardiva della preside, i murales realizzati su Impastato saranno ben due, uno sulla circonvallazione nei pressi della scuola ma più visibile a tutta la città ed un altro sulla facciata esterna del Galilei.
«La vittoria è per gli studenti della scuola e per l’intera città di Catania» ha sottolineato Lanzafame.