80 candeline, alle quali se ne affiancano altre 55: questi i numeri associati alla giornata odierna e che celebrano uno dei nomi più illustri della canzone italiana degli anni ’60: Fred Bongusto.
55 anni di musica, inglobati in 80 anni di vita: una vita animata dalla musica, quella musica che, a sua volta, ha animato ed impreziosito innumerevoli serate, ergendosi ad autentica icona del genere. Dai night club alle “rotonde sul mare”, quelle che hanno difatti ispirato la canzone più celebre di Bongusto.
Una canzone, una delle tante del suo repertorio, capace di personificare un quadro: un giradischi, un grappolo di coppie al centro della pista, sognatrici avvolte in fulgidi abiti che volteggiano tra le braccia di galantuomini, sguardi sempre più complici che fomentano l’incremento dei batticuori, una sana voglia di romanticismo, corteggiamento, sogni ad occhi aperti che conferisce a quella cornice irriproducibili rifiniture di magia.
Le canzoni di Bongusto, infatti, raccontano e ricordano un diverso modo di vivere l’amore, peculiare di un’epoca ormai svanita.
“Una rotonda sul mare”, “Spaghetti a Detroit”, “Balliamo”, “Frida”, “Doce dolce”, “Tre settimane da raccontare”: canzoni che gelosamente custodiscono i sogni e le ore felici peculiari dell’epoca del giradischi e delle piste da ballo scevre da accordi strimpellati.
Bongusto è il cantante da night per eccellenza della musica italiana, sulla cresta dell’onda tra gli anni Sessanta e Settanta, molisano di Campobasso, ma con un DNA veneto-partenopeo, le sue due passioni giovanili sono la musica e il calcio e si mostra dotato in tutti e due i campi.
Dopo il consolidato successo maturato lungo lo stivale, Bongusto riesce anche a sbarcare il lunario, realizzando diversi tour in Sudamerica, collaborando con musicisti famosi, quali Vinicius De Moraes, Tom Jobim e Joao Jilberto. Autore di diverse colonne sonore di film, come Matrimonio all’italiana, “Malizia” e “Kamikazen” di Gabriele Salvatores, Bongusto ha senz’altro conquistato un solido ed autorevole posto nell’Olimpo degli dei della musica italiana e il suo tributo all’essenza di Napoli e alla canzone partenopea, va piacevolmente annoverato tra i più leggiadri ed apprezzabili della storia musicale napoletana.