Un artista nato a Bristol nel 1974, irriverente, dissacratorio nei confronti degli stereotipi della società odierna, “il re dei graffiti”: sono queste le uniche notizie che si conoscono sulla sua identità. Eppure le sue opere parlano chiaro: no all’establishment, all’abuso di potere, alla guerra e al consumismo. Slogan già sentiti, ma sistematicamente ignorati. Una personalità enigmatica, nota per le sue incursioni nei musei, dove ripropone accanto a dipinti famosi, opere simili modificate sarcasticamente ( come la Gioconda con il viso coperto da uno smile che appese di nascosto al Louvree). E’ stato anche a Napoli dove ha realizzato ,in Via Benedetto Croce, uno stencil che rappresentava una reinterpretazione della Santa Teresa del Bernini con in mano delle patatine e un panino, simboli del consumismo. L’opera è stata cancellata nel maggio 2010 da Hes, un writer napoletano che l’ha coperta con un enorme murales. In Piazza dei Gerolomini, poco distante da Via Benedetto Croce, è ancora visibile “la Madonna con la pistola”
Il suo percorso, però, va ben oltre : arriva fino a Gaza.
Nel febbraio 2015, come dimostra un video pubblicato sul suo sito, entra nella Striscia di Gaza tramite dei tunnel sotterranei, risale in superficie attraverso una porta di metallo e lascia quattro tracce del suo passaggio. Il primo graffito è realizzato sui resti di un muro che si erge solitario in mezzo a un cumulo di macerie: è un uomo intento a pensare, con una mano sul capo, ispirato a “Il pensatore” di Auguste Rodin; Un uomo logorato dai suoi pensieri e dalla guerra, rinchiuso nella prigione della sua mente e in un angusta cornice rossastra: un’ immagine perfetta per rappresentare Gaza; questo perché, secondo Banksy “Gaza è spesso descritta come la prigione all’aria aperta più grande del mondo perché nessuno può entrare o uscire; ma ciò sembra davvero poco gentile nei confronti delle prigioni, perché qui non hanno elettricità e bevono acqua recuperata a caso tutti i giorni” .
Il filmato appare, sin dalle prime scene, provocatorio: Gaza viene presentata come una meta turistica attraverso parole in sovrimpressione come “Scopri una nuova destinazione quest’anno”. Ma ecco subito comparire cifre riguardanti vittime e case distrutte dai bombardamenti, la posizione non “esclusiva” di Gaza “circondata da un muro su tre fronti e da una linea di cannoniere sull’altro”. Infine, viene mostrato un’altro murales dell’artista: un gatto bianco che gioca . A questo punto, un uomo del posto si avvicina e afferma “Questo gatto dice al mondo intero che sta perdendo la gioia di vivere. Il gatto ha trovato qualcosa con cui giocare. E i nostri bambini?”. Nella scena finale, un messaggio scritto a caratteri cubitali, su una parete anonima e spoglia: “Se ci laviamo le mani del conflitto tra potenti e inermi, stiamo dalla parte dei potenti, non siamo neutrali.”
Banksy: “un artista senza identità”, pronto a smascherare le ingiustizie della nostra epoca. Il video su Gaza: https://www.youtube.com/watch?v=3e2dShY8jIo#t=43