Librino- Due ragazzini innamorati della stessa ragazza: una situazione normale, quasi tipica per degli adolescenti. Una questione che si è conclusa in maniera drammatica per due ragazzi catanesi, uno di 13 e l’altro di 14 anni : il padre del quattordicenne, G.di Bella, è stato brutalmente colpito al torace davanti alla sua abitazione.
Il presunto colpevole dell’omicidio, perpetrato con un colpo di pistola, sarebbe A.Marino, 19 anni, fratello del 13enne. Secondo le prime ricostruzioni, nel pomeriggio si era verificata già una prima lite tra i due minori. Successivamente, era stato pattuito un incontro “chiarificatore” tra i parenti dei ragazzi che era finito tutt’altro che “rose e fiori”: c’erano stati pesanti insulti e minacce nei pressi di “casa Di Bella”. Pochi minuti dopo, il tragico epilogo: di Bella viene ferito al torace e muore mentre viene portato in ospedale.
Il 19enne è stato sottoposto all’esame dello Stub per l’utilizzo di armi: l’esito dell’accertamento arriverà nei prossimi giorni. Nel frattempo, gli è stato notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania: è ora nel carcere di Catania Piazza Lanza.
Una vicenda che fa molto riflettere: perché risolvere la questione in un modo così violento? Questione “d’orgoglio di famiglia”? Il diverbio tra i due ragazzini è stato definito “acceso”: ecco il motivo dell’incontro tra i parenti “più grandi”. Ma a 19 anni si è adulti? Certo è che una pistola non “chiarisce”, ma costringe brutalmente al silenzio e che “le armi” della maturità e del dialogo avrebbero evitato l’ennesimo omicidio insensato .