• Redazione
  • Contatti
  • AD
  • I’m Napolitan
  • Accedi
domenica, 29 Giugno, 2025
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Napolitan - Il nuovo modo di leggere Napoli

Il nuovo modo di leggere napoli

  • News
  • Cronaca
  • Arte & Spettacolo
  • Musica
  • Napolitan by Night
  • Non solo hobby
  • Foto
  • Da Sud a Sud
  • Fratelli d’Italia
  • Fenomeni Virali
  • News
  • Cronaca
  • Arte & Spettacolo
  • Musica
  • Napolitan by Night
  • Non solo hobby
  • Foto
  • Da Sud a Sud
  • Fratelli d’Italia
  • Fenomeni Virali
Napolitan - Il nuovo modo di leggere Napoli
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

Sono Valsav, ma gli amici mi chiamano Sasha

Luciana Esposito di Luciana Esposito
1 Aprile, 2015
in Cronaca, In evidenza
1
Sono Valsav, ma gli amici mi chiamano Sasha
Share on FacebookShare on Twitter

1cc0244025467b9Sono Valsav, ma gli amici mi chiamano Sasha, ho 44 anni, sono originario della Repubblica Ceca, “vivo” in Italia da circa 10 anni. E sono un clochard. O meglio, quel clochard che si è visto sopraffare da una valanga di cinica, feroce ed inspiegabile violenza. Sono stato picchiato selvaggiamente con bastoni di legno e ferro da un gruppo di persone che mi hanno procurato un trauma cranico, oltre alla frattura degli arti superiori e inferiori.

ADVERTISEMENT

Erano in tanti, quattro o forse cinque.

Non lo so, non sono in grado di stabilirlo con precisione, non vedevo nulla, sentivo solo dolore. E paura. Credevo di morire e forse hanno smesso di infierire su di me quando ho perso i sensi, credendo che fossi morto. Simulare la morte mi ha salvato la vita. Probabilmente.

Era una sera come tante, una di quelle che funge da baluardo di una notte di prima primavera. Ancora fredda, ma speranzosa di abbracciare il sole, anche quando è buio. Mi trovavo nei locali abbandonati retrostanti della stazione ferroviaria centrale di Nola. Questi sono i “Grand Hotel” che possono permettersi quelli come me. Un luogo dimenticato e fatiscente, adattato a discarica improvvisata, dove le condizioni igieniche sono rese assai ostili dalla copiosa presenza di rifiuti, anche tossici, impropriamente sversati da cittadini o persone di passaggio.

Eppure, il pericolo insito nelle scorie e nella maleodorante feccia che contaminano quel posto, rappresentavano il “mio male minore.”

Un gruppo di giovani, forse per noia, forse per dare libero, pieno ed appagante sfogo alla follia antisemita che gli gronda nelle vene, hanno scelto di riversare su di me quel delirante tripudio di alacre violenza.

Opson, il mio cane, vedendomi in balia del pericolo, è corso in mio soccorso. Voleva aiutarmi, voleva difendermi. Come solo il più fedele e fidato degli amici avrebbe fatto. Ha provato a difendermi, ma anche lui ha avuto la peggio. Anche a lui hanno fratturato le zampe e lo hanno pestato fino a ridurlo ad una carcassa d’inerme pelo.

Opson, il mio cane, è morto così: ha dato la vita per cercare di sottrarmi dalla cruenta morsa di violenza azionata da altri “esseri umani”. 

Eppure, non sono un balordo, né un attaccabrighe. Sono povero, ma non per questo occupo le mie giornate molestando gli altri, né tantomeno provo a sottrarre agli altri con la forza o sotto la minaccia di un’arma cellulari, portafogli e collanine.

Vivo adagiato ai margini delle strade della città, oltre che ai margini della società.

Cosa ha spinto un gruppo di persone “normali”, nel cuore della notte, a sporcarsi le mani per alzare contro “uno come me”?

Un “ultimo”, un “invisibile”, un “numero zero”.

Vorrei trovare una risposta che conferisca un “senso” alla mia aggressione. Forse servirebbe a farmi star meglio. O forse no. No, non credo che a me servirebbe. Probabilmente, sarebbe più d’aiuto agli altri, gli consentirebbe di conoscere meglio e a fondo la società in cui vivono. Non viviamo. Perché, attraverso le storie come la mia, emerge la cruda verità: noi viviamo relegati negli angoli della scarna indifferenza.

Tante persone, però, quando hanno appreso che le mie ossa erano state barbaramente fracassate da una “banda di balordi perbene” sono insorte, si sono indignate, si stanno mobilitando per offrirmi aiuto. Ne avrò maledettamente bisogno: chissà quanto tempo mi ci vorrà per rimettermi in piedi. Guardando le gambe e le braccia ingessate, non posso evitare di concludere che passeranno mesi prima che potrò ritornare a camminare, ad essere autonomo.

Oggi, mi sono lasciato alle spalle la prima operazione al braccio. Hanno dovuto operarmi in anestesia totale, perché ero agitato. Non riuscivo a farne a meno.

Oggi pomeriggio, inoltre, nel Duomo di Nola, la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato una veglia di preghiera per dimostrarmi solidarietà. Quei volontari sì che mi conoscono bene, molte volte mi hanno consegnato un pasto caldo, qualche parola, un sorriso, un timido, ma rassicurante barlume di speranza.

In questi giorni moltissimi cittadini mi stanno dimostrando vicinanza e solidarietà, su Facebook mi hanno dedicato una pagina: “coordinamento Sasha” gestita e seguita da chi vuole concretamente prestarmi aiuto. Grazie a questo gran movimento dell’opinione pubblica e delle associazioni, potrebbe essermi assegnato un alloggio in un edificio della Carità diocesana di Nola, dopo la dimissione dall’ospedale, mentre operatori fisiatri dei servizi sociali dell’ASL potrebbero aiutarmi nella riabilitazione.

Tutto quello che stanno facendo per me, per “uno come me” mi commuove e mi emoziona, ma, non posso fare a meno di chiedermi e chiedervi: dovevo essere ridotto a brandelli per indurre la comunità ad attivare una macchina della solidarietà così gremita e prolifera, coinvolgendo chiesa, comune, istituzioni e cittadini semplici?

 

Tags: . napoliaggressionecaritasclochardnolapestaggiosashastazione di nolavalsav
ADVERTISEMENT
Prec.

Elizabeth Marriott: vittima di una vendetta a scopo sessuale.

Succ.

“Una contesa d’amore” tra due ragazzini si trasforma in una lite mortale a Catania

Può interessarti

Ponticelli, riesplode la faida tra i De Micco e i D’Amico: da che parte si schierano i mariti delle figlie di ‘Tonino fraulella’?
Cronaca

La verità nascosta dietro l’omicidio di Annunziata D’Amico raccontata grazie al supporto di Braccia

28 Giugno, 2025
Una raccolta fondi per realizzare il sogno del piccolo Luigi: tornare a vivere come un bambino
In evidenza

Una raccolta fondi per realizzare il sogno del piccolo Luigi: tornare a vivere come un bambino

28 Giugno, 2025
Castel Volturno in lutto: muore a 16 anni Luigi Petrella, investito da un’auto pirata a Mondragone
Cronaca

Castel Volturno in lutto: muore a 16 anni Luigi Petrella, investito da un’auto pirata a Mondragone

28 Giugno, 2025
VIDEO-Ponticelli: il consigliere Sollazzo in affari con i clan e l’assordante silenzio del sindaco Manfredi
Cronaca

Vincenzo Sollazzo: chi è il consigliere della VI Municipalità di Napoli in affari con i clan di Ponticelli

27 Giugno, 2025
Ponticelli, sgomberi nella roccaforte del clan: minacce sui social ai parenti di Braccia
Cronaca

Ponticelli, sgomberi nella roccaforte del clan: minacce sui social ai parenti di Braccia

27 Giugno, 2025
Crolla il solaio in una scuola di Barra: la versione dei testimoni
In evidenza

Ponticelli, solaio franato nella scuola dell’infanzia: la lettera di una mamma

27 Giugno, 2025
Succ.
“Una contesa d’amore” tra due ragazzini si trasforma in una lite mortale a Catania

"Una contesa d'amore" tra due ragazzini si trasforma in una lite mortale a Catania

Please login to join discussion

Ultimi Articoli

Investire sul web: Come scegliere la piattaforma

Imparare a investire consapevolmente: un’ampia panoramica sui fondi comuni di investimento 

di Redazione Napolitan
29 Giugno, 2025
0

In Italia si sta diffondendo una maggiore cultura finanziaria rispetto agli anni passati e l'attenzione si sta concentrando in particolare...

Ponticelli, riesplode la faida tra i De Micco e i D’Amico: da che parte si schierano i mariti delle figlie di ‘Tonino fraulella’?

La verità nascosta dietro l’omicidio di Annunziata D’Amico raccontata grazie al supporto di Braccia

di Luciana Esposito
28 Giugno, 2025
0

Esattamente un anno fa, a distanza di otto anni e otto mesi dall'agguato mortale costato la vita ad Annunziata D'Amico,...

Una raccolta fondi per realizzare il sogno del piccolo Luigi: tornare a vivere come un bambino

Una raccolta fondi per realizzare il sogno del piccolo Luigi: tornare a vivere come un bambino

di Redazione Napolitan
28 Giugno, 2025
0

Di fronte a certe storie, non si può restare indifferenti. Quella di Luigi Volonnino, un bimbo di appena 5 anni...

Castel Volturno in lutto: muore a 16 anni Luigi Petrella, investito da un’auto pirata a Mondragone

Castel Volturno in lutto: muore a 16 anni Luigi Petrella, investito da un’auto pirata a Mondragone

di Redazione Napolitan
28 Giugno, 2025
0

Un dolore che spezza il cuore, una ferita che sconvolge un'intera comunità: la famiglia Petrella piange la tragica scomparsa del...

Facebook Twitter Youtube
  • Redazione
  • Contatti
  • Privacy and Cookie Policy
  • AD
Napolitan è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Nola n.° 9 del 23/12/2014. Iscrizione al Registro degli Operatori per la Comunicazione n. 24695

© 2022 Napolitan.it | Tutti i diritti riservati

Bentornato!

Accedi al tuo account

Hai dimenticato la password?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o email per recuperare la password

Accedi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • News
  • Cronaca
  • Arte & Spettacolo
  • Musica
  • Napolitan by Night
  • Non solo hobby
  • Foto
  • Da Sud a Sud
  • Fratelli d’Italia
  • Fenomeni Virali

© 2022 Napolitan.it | Tutti i diritti riservati

Vuoi sbloccare questo post?
Contenuti da sbloccare rimanenti. : 0
Sei sicuro che vuoi cancellare questo abbonamento?