L’ennesima “puntata” di denuncia di un increscioso ed immutato stato di degrado ed abbandono nella Terra dei fuochi è ambientata a Casoria, in zona Cantariello.
Ad effettuare il suddetto sopralluogo, nel cuore del campo rom di Casoria, sono due rappresentanti delle associazioni “Vogliamo un ambiente migliore e pulito – terra dei fuochi Caserta” ed “Agri ambiente Campania”.
Quello che abbiamo trovato ad accoglierci, ieri mattina, era un vera e propria discarica a cielo aperto, composta ed “arricchita” dai cimeli più impensabili ed assurdi: mobili, carcasse di frigoriferi, automobili e televisioni, amianto e soprattutto una mole spaventosa ed indicibile di rifiuti che rappresentano un serio e concreto pericolo per la salute di noi cittadini.
Non è la prima volta che ci rechiamo in quel luogo abbandonato a sé stesso e sopraffatto dai cattivi odori derivanti da quella montagna di spazzatura e rottami.
La presenza di quella discarica, infatti, è stata segnalata più e più volte.
Gli attivisti di quella zona si stanno battendo, anzi, stanno combattendo da tre anni per ottenere che quel cumulo di scorie e radiazioni venga rimosso e quel campo rom sgomberato.
Anche il prefetto Cafagna mi riferiscono che sia a conoscenza di questa situazione, ma, fino ad oggi, evidentemente nessuno ha mai preso seri provvedimenti, se la situazione, allo stato attuale, è ancora quella che vi stiamo documentando.
Una realtà tragica che genera una puzza che rende l’aria a dir poco irrespirabile, mentre le baracche sorgono tra i rifiuti, ma, soprattutto, i rom rubano acqua ed energia elettrica e nessuno interviene per ripristinare la sacrosanta, doverosa e dignitosa civiltà.
Stando ai racconti di alcune persone del posto, i rom, per ostruire il passaggio delle auto, le bersagliano lanciando sassi, allorquando ne avvistano una in transito nelle loro zone.
Perché le istituzioni non intervengono e tardano a prendere seri e concreti provvedimenti?
Noi membri dell’associazione “Vogliamo un ambiente migliore e pulito”, oltre a lanciare un appello al Sindaco e all’assessore all’ambiente, esortandoli ad intervenire quanto prima, ci rivolgiamo agli organi di competenza: ai carabinieri, alla polizia, alla questura, al prefetto Cafagna, affinché vengano celermente presi i doverosi provvedimenti del caso.
Per evitare di esporre la popolazione al rischio di malattie, oltre che alle inalazioni dei veleni derivati dai roghi tossici e soprattutto per tutelare la sicurezza dei cittadini.
Nicola Costanzo