Molti di noi non ne sono a conoscenza, ma esiste dal 1995 una radio iraniana in lingua italiana, che cerca di avvicinare l’Iran all’Italia.
Davood Abbasi ce la presenta…
<<Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso.
La radiotelevisione iraniana si chiama Irib. È l’equivalente della Rai italiana. L’unica differenza è che, nel sistema iraniano, la radiotelevisione è un potere a parte, che non sottosta al governo o a nessun’altra istituzione, se non alla guida suprema. Bisogna spiegare che la radiotelevisione iraniana, 80 anni fa, inaugurò una radio in lingua francese. Alcuni anni dopo arrivò quella inglese, poi quella araba, tedesca e così via… Dopo la rivoluzione islamica del 1979, l’Iran ha deciso di ampliare ulteriormente il reparto World Service dell’IRIB e così si è iniziato a trasmettere in onde corte in tante lingue. Oggi le radio che trasmettono in lingue straniere dall’Iran, dall’italiano al giapponese, dallo swahili all’ebraico, sono ben 35 e vengono trasmesse in onde corte, via streaming attraverso i siti web e anche via satellite. L’altro punto di svolta per l’Irib World Service è stato probabilmente il 2000; da allora in poi, infatti, sono nate le reti satellitari iraniane in lingue straniere. Oggi sono famosi i canali all news Press Tv, Hispan Tv e Al alam, rispettivamente in inglese, spagnolo ed arabo. Vi sono poi anche altri canali come Sahar e Al Kowthar che trasmettono in francese, bosniaco e inglese ed infine il canale Ifilm che trasmette solo film e serial iraniani in persiano, arabo ed inglese>>.
Da chi è nata l’idea di creare la radio?
<<Il 9 Agosto 1995, su iniziativa di una serie di accademici iraniani laureatisi in Italia, nacque Radio Italia Irib, con lo scopo di aprire una finestra verso l’Iran, la sua storia, la sua cultura e la sua tradizione religiosa. In tutti questi anni abbiamo cercato di presentare all’interlocutore italiano le realtà della società iraniana, cercando di rimuovere i pregiudizi ed i malintesi che esistono nei confronti dell’Iran. L’altro nostro obiettivo è contribuire all’avvicinamento tra l’Islam ed il cristianesimo nell’ambito della grande iniziativa promossa dal nostro Paese circa il dialogo tra le civiltà come un mezzo efficace per realizzare l’unità, l’amicizia e la fratellanza tra i seguaci delle due religioni monoteistiche ed imparare a rispettarsi>>.
Come è nata questa Sua passione per la lingua italiana?
<<Chi scrive è nato in Italia ma ha fatto le superiori e l’università in Iran e sin dal 1998 ha iniziato a collaborare con questa radio. Tra il 2010 ed il 2013 ho avuto anche l’onore di dirigere l’emittente (il signor Abbasi è professore universitario di Lingua italiana in Iran, ndr)>>.
Ci lavorano solo Iraniani, solo Italiani o persone di entrambe le nazionalità? Qual è l’età media dei collaboratori?
<<La neonata radio italiana dell’Iran s’avvalse, almeno nei primi anni, dell’aiuto e del supporto di giornalisti italiani, oltre agli interpreti italiani, ma forse dal 2000 ha iniziato a diventare indipendente facendo conto su iraniani di seconda generazione di solito nati o cresciuti in Italia. Oggi siamo una quindicina di persone, solo iraniani, e l’età media deve essere di una trentina d’anni. I dati sono sempre un qualcosa di sensibile ma mi piace rispondere in qualche modo>>.
La radio si può ascoltare in streaming su internet? Da quante persone siete seguiti?
<<Nel 2014, il sito di Radio Italia Irib (italian.irib.ir) ha avuto oltre 600mila visitatori. Lo ritengo un risultato rispettabile. L’emittente è presente anche sui social network, soprattutto Facebook, anche se ha il profilo pure su Twitter e Youtube. Auguro ai Suoi lettori di poter visitare un giorno l’Iran ed alternativamente visitare il nostro sito, dove si trovano, oltre alle notizie ed alla politica, soprattutto tanti programmi interessanti sulla cultura e le bellezze dell’Iran, la musica, la cucina, la letteratura, il cinema e le città. Che Dio La protegga>>.