C’era una volta il monte di pietà, dove le persone in difficoltà economiche andavano a ‘impegnare’ oggetti di valore per ricavarne contanti, una prima forma di microcredito.
Ora non esistono più, e ottenere finanziamenti sui canali ufficiali è un’impresa sempre più difficile perché le banche, in crisi di liquidità, hanno chiuso i rubinetti. In tempi di crisi economica, prima di arrivare al rimedio estremo degli strozzini (molto spesso peggiore del male), sono sempre di più quelli che giocano l’ultima carta vendendo i gioielli di famiglia per fronteggiare i problemi finanziari urgenti, pagare il mutuo o le bollette o anche solo fare la spesa.
E’ dovuto a questo il boom dei “compro oro”, i negozi che acquistano preziosi e gioielli. Sono quintuplicati in meno di 2 anni e hanno un giro d’affari che supera ormai i 3 miliardi di euro l’anno.
Ma bisogna fare attenzione, poiché non sempre le attività dei Compro oro sono effettivamente ‘lecite’; come ad esempio dimostra la storia di Viterbo.
Operazione “Silver and gold” – 15 arresti, 24 perquisizioni e 400 chili di argento sequestrati , questo è il nome dell’operazione condotta dai carabinieri di Viterbo che hanno sgominato una vera e propria organizzazione di cercatori di metalli preziosi, cioè di soggetti che, del reperimento sul mercato nero di oro e argento, avevano fatto il loro business.
Ci sono anche quattro umbri, tra cui un antiquario di Orvieto, nell’organizzazione criminale. Riciclavano 10 tonnellate d’argento l’anno; i militari del maggiore Giovanni Rizzo, comandante del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Viterbo, hanno smantellato una presunta associazione a delinquere capace di reperire sul mercato nero, ripulire e piazzare su quello legale circa 10 tonnellate di argento l’anno, più alcune decine di chilogrammi di oro, per un giro di affari stimato in 4 milioni di euro.
L’indagine, si protrae da oltre un anno, e dalla Tuscia si è estesa in tutto il Centro Italia, raggiungendo Orvieto, Arezzo, Roma e Caserta. Il blitz dei carabinieri è scattato all’alba dopo che il gip di Viterbo, Franca Marinelli ,ha firmato le 15 ordinanze di custodia cautelare, di cui 10 in carcere e 5 ai domiciliari; degli umbri tre sono già in cella, mentre il quarto è ristretto nella propria abitazione.
Nelle province coinvolte sono entrati in azione circa 200 uomini, 40 mezzi e un elicottero che ha fornito copertura aerea all’operazione.
Tra gli arrestati figurano soprattutto italiani in rapporti strettissimi con cittadini di nazionalità asiatica o di etnia rom. Alla luce è quindi venuta una filiera della compravendita illegale di oggetti in oro e argento, alla base i ladri abituati, dopo i furti in abitazione, a passare la refurtiva ai cosiddetti raccoglitori di Roma che a loro volta la giravano agli arrestati.
I carabinieri nel corso del 2014 avevano già sottoposto 6 persone a fermi di polizia giudiziaria, sequestrando e quindi recuperando circa 450 chilogrammi di preziosi in argento e di un chilo e mezzo di oro. Beni, questi, che sono stati pazientemente fotografati, repertati e immessi nel sito istituzionale dell’Arma, sezione oggetti rinvenuti.
Numerosi i cittadini che hanno riconosciuto oggetti di proprietà sottratti durante furti e che hanno quindi potuto riappropriarsi dei valori.