E’ bufera sulla Guarda di Finanza: negli scorsi giorni sono stati notificati 5 avvisi di garanzia a 2 finanzieri e 3 imprenditori con l’accusa di millantato credito, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Secondo le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli, un Maresciallo Capo della Guarda di Finanza e un sottoufficiale dello stesso corpo, lo scorso anno avrebbero chiesto e ottenuto una cifra di quasi 40mila euro dalla famiglia di un candidato al concorso degli “Allievi della Guardia di Finanza”, con la promessa di intervenire all’interno della commissione esaminatrice al fine di “mettere una buona parola” e di permettere al giovane di ottenere l’impiego tanto desiderato. Dalle indagini emerge che la cifra pattuita, però, era molto più alta, tanto da aggirarsi intorno ai 60mila euro e che la restante parte del denaro sarebbe dovuta essere consegnata dopo l’uscita della graduatoria di merito, ovvero, quando l’operato illecito dei due finanzieri avrebbe ottenuto gli effetti sperati. Per questa vicenda, il reato imputato ai due finanzieri è quello di millantato credito.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli e dal sostituto Henry John Woodcock, si è diramata anche su altri fronti che vedevano coinvolti sempre i due finanzieri. Stavolta, le altre due persone coinvolte sono due fratelli napoletani, entrambi imprenditori nel settore della vigilanza. Tra le due parti era nato una sorta di patto in cui il Maresciallo finanziere prometteva agli imprenditori di mettere a loro disposizione i suoi “poteri” derivanti dalla posizione da lui occupata in cambio alcuni favori di cui, però, non si conoscono ancora le entità. In questo caso, il reato contestato è quello di corruzione.
La terza inchiesta, concatenata alle due precedenti, vede coinvolti i due suddetti imprenditori e un impiegato della “Scuola Nazionale dell’Amministrazione” di Caserta. Le indagini hanno portato alla rapporti di “collaborazione” tra gli indagati che andava avanti da anni, dove si potrebbe affermare che il dipendente pubblico prestava la sua attività lavorativa esclusivamente per soddisfare le richieste dei due fratelli, talvolta rivelando anche dei segreti d’ufficio. I due imprenditori avrebbero “ricambiato” il favore assumendo il figlio di quest’ultimo all’interno di una azienda che rientrava nel loro giro, con annessi favori di riguardo. Anche in questo caso le accuse sono quelle di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Per i due finanzieri sono scattate le manette, mentre per i due imprenditori e il dipendente pubblico di Caserta sono stati richiesti gli arresti domiciliari nell’attesa che le indagini possano portare altri elementi significativi.
Anche in questa vicenda troviamo lo zampino de “Le Iene”, il famoso programma televisivo che spesso si occupa di vicende legate ai partenopei. Lo scorso anno, infatti, un inviato del programma si presentò nel ristorante che il sottoufficiale della Guardia di Finanza gestisce a Pozzuoli, fingendosi un aspirante finanziere al quale era giunta voce della “scorciatoia” offerta dal finanziere, il quale accettò di “aiutare” il giovane. Fu proprio grazie a questo servizio che vennero avviate le indagini, con le conclusioni che vi abbiamo appena riportato.