L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa (CE), Filippo Saporito, attivo dal 1876, diventerà un Istituto di detenzione a partire dal prossimo 31 marzo.
Il Provveditore regionale campano dell’Amministrazione Penitenziaria Tommaso Contestabile rende noto ”Ho già presentato al Ministero di Grazia e Giustizia un progetto di riconversione dell’Opg in istituto per 150-200 detenuti a basso indice di pericolosità”.
”Il nuovo istituto”, spiega la direttrice dell’Opg Elisabetta Palmieri, ”Dovrebbe ospitare soprattutto condannati con pena definitiva ma non ergastolani, mentre una piccola parte dovrebbero essere detenuti in attesa di giudizio inviatici dal Tribunale di Napoli Nord (ha sede a poche centinaia di metri dall’Opg, ndr) che oggi finiscono solitamente nella case circondariali Santa Maria Capua Vetere e Napoli”. Le celle che accoglieranno i detenuti inoltre non saranno ”alienanti”, ma, secondo le dichiarazioni del sociologo dell’Opg, Massimo Ferrillo, accoglienti, con pareti variopinte e spazi per piantine.
I 104 internati ospitati dall’Opg, saranno invece smistati nelle varie regioni di provenienza, tra Campania, Lazio, Abruzzo e Molise. Secondo quanto previsto dalla legge, la sistemazione di ciascun detenuto, infatti, rientrerà nelle competenze della regione di origine.
Tale provvedimento coinvolge i dipartimenti di salute mentale delle Asl e il Ministero della Giustizia. I detenuti meno pericolosi o prossimi al rilascio saranno accolti presso le Rems, Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Gli internati più pericolosi saranno invece ospitati presso le ”Articolazioni degli Opg“; ”Tali articolazioni sono già pronte nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere, Salerno, Benevento Sant’Angelo dei Lombardi, mentre a Secondigliano sarà attivada venerdì 27 marzo”, rende noto Contestabile.
Una trasformazione che non passa inosservata; l’Opg di Aversa è infatti uno tra i più antichi Ospedali psichiatrici giudiziari e ha ospitato molti dei più pericolosi criminali, tra i quali Lino Renzi, accusato dell’omicidio e dello smembramento di sua madre, o ”Il mostro di Posillipo”, Andrea Maria Rea, incriminato per l’omicidio di due donne, una delle quali uccisa con 18 coltellate, fatta a pezzi e rinchiusa in una valigia, l’altra scomparsa nel nulla.