Erano oltre 150000 le persone recatesi a Bologna, per urlare il proprio dissenso a qualsiasi tipo di mafia.
L’evento è stato organizzato da Libera e Avviso pubblico, in occasione della XX Giornata della memoria e dell’impegno, per ricordare i nomi delle vittime di episodi mafiosi e di criminalità organizzata.
Il corteo, partito dallo stadio e giunto fino al centro della città, spiccava, oltre che per la quantità di persone, per i colori: striscioni con scritte come “La verità illumina la giustizia”, fotografie delle vittime, bandiere di ogni tipo, come quella enorme della pace, sorretta da ragazzi napoletani.
In testa al corteo, i familiari delle vittime e don Luigi Ciotti, il fondatore della rete antimafia, che ha ricordato che lo scorso anno papa Francesco era presente nella giornata organizzata da Libera, “oggi è a Scampia e poi al carcere di Poggioreale. Questo è importante, è una Chiesa che c’è, anche la Conferenza episcopale sta portando avanti degli stupendi progetti sui beni confiscati”.
Queste sono state le parole del sindaco Virginio Merola: “Oggi Bologna è la capitale dell’antimafia, ma anche di un no deciso alla criminalità organizzata e alla corruzione. Deve essere un momento di svolta nella vita civile del nostro paese”.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato: “Il governo deve continuare a fare il lavoro che ha fatto sul piano della lotta alla corruzione, fare il proprio mestiere sul piano dell’assunzione delle responsabilità e delle decisioni che deve prendere, essere coerente da questo punto di vista, migliorare la normativa sui beni sequestrati e fare questo percorso insieme a tutta la società civile. Fare questo insieme a Libera, insieme a tutti quelli che continuano a dimostrare che c’è una bellissima Italia che queste cose le vuole. E noi insieme a quell’Italia le facciamo. Oggi sono qui come c’ero un anno fa e due anni e cinque anni fa. Hanno fatto una scelta giusta, perchè Bologna è una città che ha sempre dato un grande apporto alla libertà, alla democrazia e alla lotta alle mafie. Bisogna combattere tutti i fenomeni criminali, dobbiamo farlo mettendo a posto le leggi, ad esempio migliorando quella sulla gestione dei beni confiscati che vede un problema di burocratizzazione e rende difficile l’uso dei beni. Quando sequestriamo i beni e non riusciamo a usarli, ci facciamo male da soli, perché vuol dire che invece di avere una forza in più per dimostrare che sequestro e riuso del bene sono un valore sociale, siamo la testimonianza del fatto che anche lì la burocrazia può fare dei danni”.