Negli ultimi giorni, nei telegiornali nazionali e sulle stampe di maggior rilievo, circolano le notizie più disparate sull’argomento della contraffazione dei marchi più “in” del momento, portando alla ribalta altre problematiche concatenate a questo situazione spinosa.
È di soli pochi giorni fa la notizia del sequestro di circa 2000 pezzi di marchi contraffatti, avvenuto a Formia, su di un treno, quando la polizia ha fermato un cittadino del Bangladesh che portava con se una valigia piena di marchi metallici falsi e altri oggetti richiesti dal commercio, pronti per essere immessi sul mercato spacciandoli per veri orpelli griffati o, perché no, esaudendo le richieste di chi non può permettersi gli originali delle maison alla moda scegliendo una strada tanto alternativa quanto sbagliata.
Il problema di fondo potrebbe essere proprio questo: il mercato del falso potrebbe essersi sviluppato proprio su richiesta di un target di consumatori che potrebbe accedere molto più facilmente a capi di abbigliamento e altri oggetti contraffatti piuttosto che investire grosse cifre per l’ultima borsa di pelle o per il paio di occhiali più in voga.
Accedere a cose ritenute difficilmente conquistabili in modo “furbetto” ha da sempre avuto il suo fascino, e il fenomeno cresce a dismisura quando questi oggetti riguardano marchi di alta moda o, semplicemente, meno accessibili alla fascia economica del cittadino medio. Ecco quindi che spunta il furbetto di turno che tira fuori il suo bel sacco offrendo la merce più svariata spudoratamente contraffatta a prezzi più che convenevoli.
Il fenomeno è in crescente ascesa: questi episodi sono all’ordine del giorno, i sequestri si susseguono con cadenza quotidiana e ormai sembra quasi un “must” trovare questi soggetti appostati strategicamente in luoghi affollati come stazioni, edifici pubblici e, soprattutto, in eventi organizzati all’aperto come le famosissime feste patronali dove è abituale, anzi quasi una tradizione, trovare esposti lungo le strade tappeti pieni della suddetta merce. Spesso, questa spiacevole situazione si svolge sotto gli occhi (apparentemente distratti) delle forze dell’ordine: proprio coloro che dovrebbero garantire il massimo rispetto della legge consentono lo svolgimento di un’attività tanto illegale quanto dannosa per l’economia in modo del tutto indifferente. Ricordiamo a tutti che la produzione e la vendita di marchi falsi non è solo un modo rendere più accessibile il lusso, è soprattutto il peggior male economico che possa esistere che danneggia le aziende reali produttrici di tutte quelle merci che il mercato dell’illegalità si premura di riprodurre in modo falso.
Spesso non parliamo solo di alta moda e tecnologia d’avanguardia, molte volte questa abitudine tutt’altro che positiva riguarda anche giocattoli, attrezzi e materiali per il lavoro e molte volte anche il cibo, portando alla ribalta anche la questione della sicurezza, dell’igiene e della salute. Da dove provengono i prodotti contraffatti ? Con quali materiali sono stati prodotti ? Le legge sulla sicurezza dei paesi importatori vengono rispettate? Vengono sottoposti ai controlli di rito prima di essere immessi sul mercato?
Molte di queste domande riceveranno sicuramente risposta negativa e, nel frattempo che le autorità decidano il da farsi per stoppare questa tendenza negativa, invitiamo tutti a guardare con sospetto presunti prodotti spacciati per originali e offerti ad un prezzo fin troppo conveniente, perché ne va della nostra legalità, della nostra economia e, soprattutto, della nostra salute.